C’è una farmacia a Firenze che nel giro di un anno circa potrebbe essere costretta a chiudere. E per cercare di salvarla si sono mobilitati già in parecchi, dal sindaco della città, Dario Nardella, al direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, fino al parroco del quartiere e alla sua comunità. E’ la Farmacia Pitti, che non solo ha due secoli di storia – aprì per la prima volta nel 1810 – ma in tutta Firenze è conosciuta perché appare nel celebre film di Monnicelli Amici Miei, anno 1975. La scena è quella in cui Ugo Tognazzi, alias il conte Mascetti, ha bisogno di fare una telefonata ma non si può permettere l’apparecchio pubblico (il personaggio è un nobile caduto in disgrazia). Entra allora in farmacia, domanda un tubetto di compresse di cefalo e quando la farmacista chiede lumi lui s’infila nel retrobottega borbottando: «Allora telefono un attimo al dottore».
Al di là dell’apparizione cinematografica, la Farmacia Pitti è uno dei negozi storici di Firenze: sta in zona Oltrarno, sponda sinistra, in un quartiere che accoglie palazzi rinascimentali, giardini e monumenti vari. Il suo attuale titolare è lì dal 1997, quando è subentrato al padre, ma dovrà andarsene tra un anno alla scadenza del contratto di affitto perché la proprietà – secondo quanto scrive la stampa fiorentina – vorrebbe trasformare la farmacia nella reception di un residence, da realizzare ai piani superiori dell’immobile.
Di qui la mobilitazione e gli appelli di questi giorni. «La farmacia non deve chiudere» ha scritto il sindaco sul suo profilo Facebook «non è il primo negozio storico che sparisce e ogni volta è come se Firenze perdesse una piccola parte di sé». Anche il parroco del quartiere, don Gianfranco Riolfi, ha parlato del caso in una delle sue ultime omelie: «La rendita sta ammazzando la nostra città, bisogna difendere i nostri edifici storici».