Deospedalizzazione delle cure per la cronicità e superamento delle Case della salute in versione friulana, dette Cap (Centri di assistenza primaria). Sono i due contenuti di maggiore interesse (per le farmacie) dell’accordo integrativo regionale per la medicina generale firmato l’altro ieri dall’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, e dai sindacati dei medici di famiglia. Tecnicamente si tratta di un “accordo-ponte”, sottoscritto per assicurare la continuità delle intese fino a quando non verrà sottoscritta la prossima intesa triennale, promessa per fine anno.
Nell’attesa, le parti hanno condiviso alcune linee d’indirizzo che orienteranno nel futuro più prossimo il governo della sanità regionale. «L’elemento di fondo» ha spiegato Riccardi «è che confermiamo di voler continuare a spostare dalle attività ospedaliere a quelle territoriali il baricentro della risposta alla cronicità». L’obiettivo primario dell’accordo, definito “ponte” dallo stesso Riccardi, è quello di garantire una serie di azioni propedeutiche alla definizione, entro l’anno, del nuovo Air triennale, che rileverà il testimone e proseguirà nella deospedalizzazione di assistenza e cura della cronicità e della fragilità. «A questo scopo» sottolinea in una nota la Regione «tutte le azioni saranno volte all’intercettazione dell’instabilità nel cronico e nel fragile, che molto spesso generano ricoveri potenzialmente evitabili».
Sul fronte organizzativo, viene confermata la scelta di puntare sulle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), e sulle Medicine di gruppo integrate (Mgi). Le Aft sono team composti esclusivamente da medici di famiglia che condividono protocolli operativi, seguono programmi di formazione comuni e formulano strategie assistenziali condivise. Le Mgi sono aggregazioni di studi di mg che si organizzano in aree territoriali omogenee per assicurare un ambulatorio aperto sull’arco delle otto ore e condividono i dati dei loro assistiti (dopo averne ottenuto l’assenso), in modo che ogni medico può ricevere i pazienti dei colleghi in caso di urgenze. «Le Mgi» continua il comunicato «si qualificheranno come erogatrici di assistenza primaria con la possibilità di evolversi, progressivamente, in reti complesse e integrate».
L’obiettivo, in questo caso, è quello di «superare la logica delle concentrazioni di medici nei Centri di assistenza primaria (Cap) che, laddove esistenti e funzionanti, saranno considerati forme particolari di Mgi». «E’ un cambiamento di rotta che accogliamo con soddisfazione» commenta a FPress Francesco Innocente, consigliere di Federfarma Friuli Venezia Giulia e presidente di Federfarma Pordenone «da lungo tempo ci siamo sforzati di far capire alla Regione che le aggregazioni complesse tipo Case della salute rischiano di avere ripercussioni pesanti sulla rete delle farmacie e comprometterne la capillarità, soprattutto nei comuni più piccoli. Non so quanto le nostre insistenze abbiano inciso su questo cambio di marcia, ma di certo abbiamo lavorato intensamente su questo tema».
Anche le indicazioni provenienti dall’accordo-ponte in tema di deospedalizzazione vengono accolte da Federfarma Friuli Venezia Giulia come un’opportunità. «Anche in questo caso il sindacato ha lavorato intensamente per sostenere la causa delle farmacie nei confronti della Regione» prosegue Innocente «inizialmente la nuova giunta sembrava essersi completamente dimenticata di noi, siamo riusciti a ottenere la loro attenzione e ad aprire un confronto che cercheremo di rendere proficuo. La nostra priorità oggi è quella di riuscire a includere le farmacie nel Fascicolo sanitario elettronico e nel Dossier farmaceutico, gli intenti della Regione in tema di deospedalizzazione rappresentano un’opportunità da sfruttare».
E poi ci sono i progetti ai quali Federfarma ha già iniziato a lavorare in vista del rinnovo dell’accordo sulla dpc, che si comincerà a discutere dal nuovo anno. «Stiamo lavorando a proposte su diabetica e distribuzione dei farmaci» conferma Innocente «che serviranno non solo a controbilanciare eventuali richieste della Regione di ridurre la remunerazione a pezzo, ma anche a rafforzare ruolo e centralità delle farmacie».