La Regione ha in serbo per le farmacie del territorio una progettualità che mira a farne sempre di più «un presidio a servizio del cittadino, con migliori condizioni di prossimità». E tra questi piani il primo è «il completamento della dematerializzazione delle ricette, grazie al superamento di alcuni vincoli derivanti dalla norma sulla privacy». Lo ha detto nei giorni scorsi l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, durante un incontro con le associazioni che rappresentano le farmacie del Friuli Venezia Giulia.
«Sono circa 400 le farmacie attive oggi» ha detto in particolare «e sono presidi di grande importanza per i nostri cittadini, che hanno dimostrato la loro strategicità durante il periodo della pandemia». Ora la priorità è completare la dematerializzazione della ricetta, visto che gli assistiti devono ancora recarsi in farmacia con il promemoria stampato per ritirare i farmaci prescritti».
«Faremo leva sulla massiccia adesione dei friulani al Fascicolo sanitario elettronico» ha detto Riccardi «che già oggi coinvolge l’86 per cento della popolazione. È un dato molto significativo, che rivela l’accresciuta sensibilità e responsabilità dei friulani. Ringrazio i referenti delle associazioni che rappresentano le farmacie per il proficuo, chiaro e costruttivo incontro. Andremo avanti beneficiando della loro professionalità e capillarità sul territorio regionale».
Condivide i piani della Regione sulle ricette dem Farmacieunite, che invita a prendere ispirazione dal modello veneto. «Come noto» osserva il presiedente presidente Federico Conte «il sistema adottato dai nostri vicini prevede che il medico carichi le ricette nel Sar, da dove la farmacia può scaricarle utilizzando il codice fiscale del paziente. Infine, le fustelle vengono apposte su un registro che viene poi inviato all’Asl».
Sostengono l’evoluzione anche i medici di famiglia friulani, che dal 2020 chiedono la dematerializzazione definitiva della ricetta. «Ancora oggi molte prescrizioni sono in forma cartacea» osserva il presidente regionale dello Snami, Stefano Vignando «attualmente gli assistiti possono utilizzare l’app regionale Sesamo per scaricare la ricetta, ma chi non sa utilizzare lo smartphone si deve recare fisicamente dal medico, richiedere la ricetta cartacea e poi andare in farmacia».