Sono oltre 30mila gli inalatori esauriti che in circa nove mesi sono stati raccolti dalle 400 farmacie del Friuli Venezia Giulia coinvolte nel progetto “Recupera e Respira”, realizzato da Chiesi Italia e Federfarma in sinergia con la Regione Friuli-Venezia Giulia. I risultati sono stati presentati a Rimini nel corso della 26a edizione di Ecomondo, il principale evento europeo sulla sostenibilità ambientale che ha riunito nella città romagnola industria, policy maker ed esperti di smaltimento dei rifiuti, recupero energetico, tutela del suolo e sviluppo sostenibile.
In media, dicono i dati, quattro friulani su 102 hanno riportato in farmacia i loro dispositivi una volta utilizzati, in modo da permetterne il corretto smaltimento in un impianto certificato. «Un modello sostenibile» recita una nota di Chiesi «che ha prodotto la termovalorizzazione del 22,6% di tutti gli inalatori, spray e polvere, dispensati sul territorio regionale per il trattamento di asma e bpco.
«Il progetto rappresenta un esempio concreto di applicazione degli accordi volontari previsti dal Testo Unico Ambientale e promossi dal Ministero dell’ambiente per la sperimentazione di modelli innovativi di gestione dei rifiuti» ha dichiarato Laura D’Aprile, capo dipartimento Sviluppo sostenibile del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica «si tratta di una sperimentazione che ha portato significativi risultati e che intendiamo replicare anche per altre filiere».
Il gruppo Chiesi, con un investimento di 350 milioni di euro, sta sviluppando un inalatore spray (pMDI) a basso impatto ambientale, dove l’attuale propellente idrofluorocarburo (HFA 134a) è sostituito da un nuovo propellente (HFA-152a) a basso potenziale di riscaldamento globale che riduce le proprie emissioni del 90%.
«Ringrazio i colleghi farmacisti del Friuli-Venezia Giulia per aver sostenuto ampiamente questa iniziativa di grande valore per la sostenibilità ambientale» ha commentato Luca Degrassi, presidente di Federfarma Friuli-Venezia Giulia «i risultati raggiunti sono un incentivo a proseguire su questa strada con impegno e responsabilità».
La raccolta degli inalatori attraverso contenitori disposti nelle farmacie aderenti ne consente la termovalorizzazione certificata (con temperatura sopra i 1.100°C), che a sua volta limita la dispersione in atmosfera dei residui di gas propellenti HFA contenuti negli spray, delle componenti di alluminio e di plastica. «Siamo davvero orgogliosi di questo processo virtuoso» ha commentato Raffaello Innocenti, ceo e managing director di Chiesi Italia «l’iniziativa incarna il nostro essere Società Benefit che punta a generare un impatto positivo sulle persone, sulla società e sull’ambiente».
Chiesi aveva già lanciato un progetto analogo in Inghilterra all’inizio del 2022, con una sperimentazione pilota cui avevano partecipato 148 tra farmacie e ospedali di due contee. In 12 mesi erano stati recuperati oltre 20mila inalatori usati, il 2% di tutti i dispositivi prescritti nelle due aree.