Ci sono farmacie che durante l’emergenza epidemica hanno perso fatturato e altre invece che l’hanno incrementato. Tra queste le farmacie comunali di Genova, che chiudono i primi sei mesi dell’anno con un +10% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che accresce il rimpianto del presidente dell’Afm, Massimiliano Cattapani, per la decisione del comune di vendere gli otto esercizi: nel 2019, ricorda in un’intervista all’edizione genovese di Repubblica, l’azienda ha quintuplicato il bilancio dell’anno precedente, da 56mila a 250mila euro. E covid ha spinto ulteriormente le vendite: dispositivi medici, gel disinfettanti, mascherine, farmaci generici. Persino i prodotti di bellezza, come creme e sieri.
Le farmacie comunali, spiega al quotidiano Cattapani, hanno un bilancio in attivo e per di più svolgono il ruolo di presidio pubblico. Eppure l’amministrazione cittadina insiste con i progetti di vendita: un primo bando, indetto nel 2018, è andato deserto e sulla procedura pendono anche un paio di ricorsi al Tar. In più, il comune ha fissato condizioni non proprio accattivanti: chi acquisterà dovrà anticipare una fidejussione e stabilizzare tutti i contratti a tempo determinato.