Battuta d’arresto a sorpresa per il Comune di Genova sulla vendita delle sue otto farmacie pubbliche. Dopo un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione alla presenza di sindacati e dipendenti della municipalizzata, la commissione consiliare ha deciso di rinviare il passaggio della delibera all’aula e di proseguire l’esame in una nuova seduta. Hanno votato in tal senso opposizione e alcuni gruppi di maggioranza, una convergenza che è stata accolta come una vittoria dai sindacati: ascoltati dalla commissione prima del voto, le sigle confederali avevano infatti rivelato alcuni risvolti della dismissione che avrebbero convinto una parte della maggioranza a prendere tempo.
In particolare, le perplessità dei sindacati si concentrerebbero sulle clausole che il Comune intende porre nelle condizioni di vendita a tutela dei livelli occupazionali: l’impegno a carico dell’acquirente di mantenere i 43 dipendenti della municipalizzata, ha rivelato la Cisl, rimarrebbe soltanto fino al 2021, mentrela fideiussione da versare a copertura di tale condizione si fermerebbe a 150 milioni di euro. Avrebbe pesato sul voto della commissione anche la notizia, sempre di fonte sindacale, secondo la quale il Comune avrebbe aperta una prelazione per l’apertura in deroga (ex Legge Monti) di una nuova farmacia al Terminal dei traghetti: da una parte, è l’accusa dei confederali, l’amministrazione municipale si disfa delle vecchie farmacie, dall’altra ne apre una nuova in una zona ad altro traffico dalla redditività assicurata.