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Corrieri Amazon in sciopero, picchetti a tre sedi lombarde del gruppo

19 Settembre 2018

Carichi di lavoro insostenibili, strisce orarie inutilmente prolungate e straordinari spesso non retribuiti. Sono alcuni dei motivi che venerdì scorso, 14 settembre, hanno spinto i corrieri lombardi di Amazon a una giornata di sciopero senza preavviso, con “picchetti” dalle 5 del mattino davanti ai tre magazzini del gruppo: via Toffetti a Milano, Buccinasco (nella provincia) e Origgio (Varese). La protesta, indetta da Filt-Cgil, è servita a sostenere le rivendicazioni degli autisti, che chiedono il ridimensionamento dei carichi di lavoro, orari concordati (con la riduzione degli straordinari), pari garanzie a prescindere dalle società di consegne in cui lavorano e un graduale miglioramento degli stipendi.

«Amazon» recita un comunicato della Filt «deve capire che i “drivers” rappresentano l’immagine della multinazionale, sono uomini e donne che hanno il diritto a una vita lavorativa sicura, con salari adeguati e un’organizzazione del lavoro equa e dignitosa». Invece, raccontano gli scioperanti, le condizioni di lavoro sono «inumane, ci trattano come macchine, siamo monitorati costantemente, non riusciamo neanche a fermarci per andare in bagno. Noi non siamo contro Amazon, ci piace lavorare, amiamo il nostro lavoro. Ma le condizioni non possono essere queste». I corrieri, riferisce ancora il sindacato, viaggiano con «la preoccupazione di effettuare tutte le consegne. Non abbiamo neanche il tempo di bere un caffè, perché se ci fermiamo per più di 5 minuti in un posto ci chiamano e ci dicono dove siamo, cosa stiamo facendo».

Tra le richieste della Filt-Cgil, il ridimensionamento dei carichi di lavoro (oggi un corriere di Amazon consegna circa il doppio dei pacchi di un collega che opera per le principali aziende del settore); il graduale, ulteriore miglioramento delle condizioni salariali, la riduzione della precarietà tramite percorsi di stabilizzazione e piani di assunzione di partite iva e contratti interinali, la negoziazione della premialità perché ai corrieri venga riconosciuto l’apporto che assicurano alla «costante implementazione e ottimizzazione dell’Algoritmo che gestisce i processi produttivi».