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Lattuneddu: quando chiude uno sportello della diretta, il cittadino ci guadagna

27 Gennaio 2022

In Emilia Romagna la distribuzione dei farmaci della diretta o della convenzionata da parte delle farmacie ospedaliere rappresenta ormai una pratica comune a tal punto che quando uno di questi sportelli chiude, tra gli assistiti parte la protesta. E si dimentica che l’assistenza farmaceutica è garantita anche dalle farmacie del territorio, ancora più comode da raggiungere. Accade a Bagno di Romagna, in provincia di Forlì, dove l’annuncio della chiusura dal primo marzo dello sportello farmaceutico dell’Ospedale Angioloni ha messo subito sul chi vive la comunità: raccoglie malumori e scontento un’interrogazione presentata l’altro ieri in consiglio comunale, dove si punta il dito sullo smantellamento «dei pochi servizi rimasti nelle zone periferiche», che costringerà «i nostri cittadini a recarsi a Mercato Saraceno o a Cesena».

Non condivide gli allarmismi il presidente di Federfarma Forlì-Cesena, Alberto Lattuneddu, che in una dichiarazione resa ieri rovescia completamente i termini della questione: la chiusura dello sportello non penalizzerà ma anzi avvantaggerà i cittadini, «perché tutti i farmaci di cui ha necessità diventeranno disponibili nella farmacia sotto casa, che ha orari di servizio decisamente superiori».

Una buona parte dei farmaci dispensati dai punti ospedalieri, ricorda Lattuneddu, sono ora disponibili in dpc, mentre quelli Cef (Concedibili extra-farmacia) vengono progressivamente distribuiti dalle farmacie territoriali. In questo modo, prosegue Lattuneddu, «il cittadino non è costretto a subire indirettamente quella sorta di ticket occulto originato dai probabili spostamenti o da eventuali permessi di lavoro o altro. Inoltre, tale distribuzione innovativa del farmaco può beneficiare degli orari di servizio quotidiani delle farmacie territoriali, della loro prossimità, della loro capillarità, ma soprattutto della professionalità del farmacista territoriale di fiducia».