Dopo la Liguria, anche il Lazio apre all’uso di locali separati da parte delle farmacie del territorio per ospitare servizi, laboratori o magazzini e ovviare così all’eventuale carenza di spazio della sede principale. È la novità che arriva dalla determina regionale G09733 del 14 luglio scorso, che raccoglie le richieste di Federfarma Lazio e Roma nonché dall’Ordine dei farmacisti della capitale.
Il provvedimento, in sintesi, detta le linee guida che le farmacie devono rispettare per l’uso di locali distaccati dove collocare servizi sanitari (nel qual caso possono essere aperti al pubblico e avere un’insegna, ma senza croce) o da adibire a magazzino o laboratorio galenico (chiusi all’utenza e senza insegna). Attenzione però: tale possibilità – avverte sin dalle prime battute la determina – è consentita soltanto se «i locali principali non dispongono di spazio sufficiente» e «non sono disponibili locali adiacenti da poter mettere in comunicazione».
In questi locali distaccati, prosegue la determina, non possono essere venduti farmaci o parafarmaci (che vanno commercializzati soltanto nella sede principale) e la loro ubicazione deve restare all’interno del bacino assegnato in Pianta organica alla farmacia se aperti al pubblico (servizi) oppure anche oltre i confini della zona di competenza purché all’interno del comune (laboratorio o magazzino).
Tali locali, inoltre, comportano la richiesta di una nuova autorizzazione con parere igienico-sanitario e al loro interno – nell’eventualità in cui siano adibiti a sede di servizi – potranno prestare la loro opera anche «professionisti esterni», la cui presenza dovrà essere all’utenza da appositi cartelli. «La determina» scrive Federfarma Roma in una circolare diffusa ieri «è immediatamente vigente, per cui le Asl dovranno tenerla da subito in debita considerazione».