La Regione Lazio opta per una campagna antinfluenzale dagli obiettivi ambiziosi (soggetti all’obbligo vaccinale tutti gli anziani dai 65 anni in su e il personale sanitario, fortemente raccomandati i bambini dai 6 mesi ai sei anni) e per raggiungerli valuta di ricorrere alla somministrazione in farmacia, magari da parte del farmacista. Lo ha detto al quotidiano la Repubblica l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, che nei giorni scorsi ha inviato una richiesta di parere al Comitato tecnico-scientifico (il gruppo di esperti per l’emergenza covid che supporta il Governo nelle questioni tecniche), alla Protezione civile e alla Presidenza del Consiglio.
«Il nostro auspicio» spiega D’Amato «è che ci venga dato il nulla osta alla vaccinazione in farmacia e si trovi un accordo tra i diversi ordini professionali, che convocheremo nei prossimi giorni». D’altronde, ha ricordato l’Assessore, questo è già ciò che accade in Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, dove a vaccinare è direttamente il farmacista. E per la Regione sarebbe «particolarmente difficoltoso distaccare un medico in tutte le farmacie» perché vaccini, anche se a farlo potrebbero essere gli infermieri. «Questo è un anno particolare» conclude D’Amato «dobbiamo diminuire al massimo la pressione dell’influenza per agevolare la diagnosi del covid».