Monta la protesta tra le farmacie laziali per la legge regionale 9/2024 del 5 giugno scorso che ha fissato nuovi criteri (nettamente peggiorativi) sulla remunerazione della dpc regionale. Martedì scorso (25 giugno), l’assemblea degli iscritti di Federfarma Roma, convocata in via straordinaria, ha conferito al consiglio direttivo dell’associazione il mandato di adottare «iniziative di mobilitazione e di lotta» che potranno includere «anche scioperi e sospensioni del servizio», ovviamente dopo «la proclamazione dello stato di agitazione».
La protesta, da organizzare «in coordinazione con Federfarma Lazio» (e quindi con le altre province della regione), resta al momento sospesa in vista dell’incontro già calendarizzato per il prossimo 3 luglio tra Federfarma e la Regione: l’appuntamento era stato proposto dagli uffici per discutere di sperimentazione della farmacia dei servizi, il sindacato titolari ha richiesto che al tavolo ci siano anche rappresentanti della giunta e che tra i temi in discussione venga inclusa anche la dpc. Agitazione e proteste, quindi scatteranno «qualora gli esiti dell’incontro del 3 luglio e gli eventuali ulteriori confronti non fossero positivi».
Intanto, da lunedì le farmacie laziali vanno al “braccio di ferro” con la Regione riguardo alla distribuzione delle gliptine riclassificate a maggio dall’Aifa in classe A. Dal primo del mese, in sostanza, i farmacisti dispenseranno prioritariamente in regime convenzionato, ripiegando sulla dpc soltanto in caso di carenze nel circuito tradizionale. «Eventuali contestazioni da parte della Regione Lazio e delle Asl del territorio rispetto all’applicazione del nuovo regime di dispensazione» fa sapere l’Unione regionale «saranno impugnate da Federfarma Lazio nelle sedi opportune».
La Regione, come si ricorderà, aveva fatto sapere alle farmacie di voler mantenere le gliptine in dpc sino allo smaltimento delle scorte, senza però fornire (al contrario di altre regioni) date precise sul passaggio al nuovo regime.