La Regione stavolta mantiene le promesse e dà luce verde anche all’ultima “tranche” dell’accordo sulla dpc con le farmacie liguri. La più importante: l’intesa, firmata nel luglio scorso con l’obiettivo di applicarla a partire da ottobre, era entrata in vigore da gennaio soltanto nella parte economica, che riconosce alle farmacie compensi ribassati rispetto all’intesa precedente (3,99 euro a scatola più iva, 4,49 per rurali e disagiate) perché in cambio avrebbero dovuto aumentare i volumi della dpc. Questa è la parte dell’accordo in vigore da oggi, una volta completata (con forte ritardo sulla tabella di marcia originaria) la centralizzazione degli acquisti diretti in Alisa, l’Agenzia sanitaria della Regione. Dovrebbero dunque trovare piena applicazione quelle misure dell’intesa che miravano ad allargare la distribuzione per conto a scapito della diretta. E che Federfarma Liguria, spazientita per i rinvii, aveva preteso si cominciassero ad applicare già a partire da febbraio: primo ciclo di terapia post-dimissione o dopo visita specialistica non superiore a una scatola o una settimana di terapia, farmaci del Pht prescritti soltanto su ricetta rossa, Nao distribuiti dalle farmacie in dpc.
Il via definitivo all’accordo è stato preceduto da scampoli di polemica ormai logori: il M5S ha accusato la Regione di correre dietro alla «lobby» delle farmacie, l’assessore alla Salute Sonia Viale ha risposto prontamente che gli esercizi dalla croce verde sono «un presidio imprescindibile del sistema sanitario» ed erogano ai cittadini un’ampia gamma di servizi «a partire dalla prenotazione Cup di visite ed esami».
«L’accordo è finalmente a regime» è invece il commento della presidente di Federfarma Liguria, Elisabetta Borachia «la Regione ha confermato la volontà di andare avanti sui contenuti dell’intesa. A breve, quindi, verranno aperti i tavoli sulla diabetica, che in Liguria fino a oggi non passa dalle farmacie, sulla gestione informatizzata dei Piani terapeutici e sul monitoraggio dell’aderenza terapeutica».