Incappa in un’altra falsa partenza, in Liguria, l’accordo sulla dpc firmato a luglio da Regione, Federfarma e Assofarm: l’intesa, che disegna un unico modello distributivo per tutte le Asl liguri, avrebbe dovuto entrare in vigore prima a ottobre, poi a gennaio e ora a marzo. Questo, almeno, è quanto promette la circolare che la direzione generale di Alisa, l’Azienda sanitaria della Regione, ha inviato l’altro ieri alle Asl e quindi, a cascata, a medici di famiglia e farmacie. Ed è soprattutto a queste ultime che non ha fatto piacere l’ennesimo rinvio: dall’inizio di gennaio, infatti, i titolari si vedono già applicare sui farmaci distribuiti in dpc i compensi previsti dal nuovo accordo (3,99 euro a scatola più iva, 4,49 per rurali e disagiate), ribassati rispetto all’intesa precedente perché in cambio avrebbero dovuto aumentare i volumi a scapito della diretta.
Anche per tale motivo, Federfarma ha ottenuto da Alisa l’impegno ad anticipare l’entrata in vigore dei provvedimenti più favorevoli alle farmacie, che dunque scatteranno già dall’inizio di febbraio: primo ciclo di terapia post-dimissione o dopo visita specialistica non superiore a una scatola o una settimana di terapia, farmaci del Pht prescritti soltanto su ricetta rossa, Nao distribuiti dalle farmacie in dpc. «In sintesi» spiega a FPress Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria «si dovrà attendere marzo soltanto per la centralizzazione in Alisa degli acquisti diretti, ossia il processo che è all’origine di gran parte dei rinvii». Borachia in ogni caso, vuole restare ottimista: «La partenza si sta rivelando particolarmente faticosa» conferma «l’accordo in ogni caso rimane promettente perché rimuove le differenze che in tema di diretta coplicavano l’accesso al farmaco da parte dei cittadini e creavano disuguaglianze tra le farmacie. Alle quali viene ora riconosciuto un ruolo centrale nell’assistenza sul territorio». (AS)