La Regione Liguria “stabilizza” la distribuzione per conto e definisce i parametri sui quali andranno calcolati i compensi alle farmacie nei prossimi rinnovi dell’accordo quadro. È quanto dispone il disegno di legge regionale 134/2022, che il Consiglio ha approvato nella seduta di ieri: «Al fine di garantire equità di accesso e capillarità di offerta» recita il ddl all’articolo 6 «la Regione utilizza il modello di Distribuzione in nome e per conto (dpc) del Servizio sanitario regionale dei farmaci A-PHT, uniforme su tutto il territorio regionale, attraverso l’adozione di specifico elenco dei farmaci erogabili, elaborato e monitorato da una Commissione tecnica da istituirsi con apposita deliberazione».
Il servizio, prosegue l’articolo, è regolato da «schemi di accordo con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate», nei quali sono definiti «durata, il numero minimo e massimo di pezzi distribuibili e le clausole da applicare in caso di superamento del numero stesso, nonché il valore dell’aggio da riconoscere per il servizio reso, comprensivo della quota relativa alla distribuzione intermedia dei farmaci e dei dispositivi». Tale valore, specifica il testo, corrisponde alla mediana dei compensi riconosciuti alle farmacie dalle otto Regioni che pagano meno per la dpc, così come risultanti dalla tabella dell’ultimo Rapporto Osmed dell’Aifa disponibile al momento della stipula dell’accordo.
In sostanza, a ogni rinnovo verrà presa la tabella dell’ultimo Rapporto Osmed che elenca i costi regionali del servizio di dpc (vedi sopra), si dispongono in ordine crescente i valori della colonna “Costo servizio medio” e si calcola la mediana degli otto più bassi. Su questa, dispone ancora l’articolo, «viene riconosciuta una maggiorazione alle farmacie con fatturato Ssn al netto dell’iva non superiore ai 300mila euro nonché alle farmacie rurali sussidiate con fatturato Ssn al netto dell’iva non superiore a 450.000 euro».
Per la Regione la stabilizzazione della distribuzione per conto, che viene estesa anche ai dispositivi per il controllo della glicemia nei pazienti affetti da diabete, discende dall’esperienza maturata nell’emergenza pandemica, che ha visto il ricorso alla dpc «per garantire l’accesso e la continuità delle cure promuovendo la sicurezza degli assistiti e limitando gli accessi non necessari alle strutture sanitarie». «Il provvedimento» commenta Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria «è frutto di un’intensa megoziazione con la parte pubblica e ha il pregio di confermare l’omogeneità della dpc su tutto il territorio regionale e parificare allo stesso modo la distribuzione dei presidi per diabetici in tutte le Asl liguri».