Ha superato più che positivamente l’anno di sperimentazione ed è stato quindi riconfermato per altri tre anni l’accordo sulla dpc firmato da Regione e farmacie liguri nell’estate 2017 ed entrato in vigore dal marzo successivo. A deciderlo, venerdì, la giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità, Sonia Viale: «L’analisi della sperimentazione avviata lo scorso anno» ha spiegato «evidenzia le positive ricadute di questo sistema non solo dal punto di vista economico ma soprattutto sotto l’aspetto dell’impatto sociale: pensiamo per esempio alla persona anziana che, dall’entroterra imperiese, doveva percorrere 22 chilometri e spendere almeno una quarantina di minuti per raggiungere la farmacia ospedaliera di Bordighera, aperta per di più soltanto alcuni giorni alla settimana per poche ore. Oppure l’assistito di Rovegno (Genova) che, grazie alla distribuzione per conto, non è più costretto ad affrontare un’ora e mezzo di viaggio per raggiungere il Palazzo della Salute di Fiumara, distante 60 chilometri. Oggi queste persone possono ritirare comodamente i farmaci del Pht anche nella farmacia sotto casa, con un risparmio di tempo e spese non indifferente».
Confermano i dati dell’indagine condotta dal Centro studi Aphec del dipartimento di Economia dell’università di Genova su dodici mesi di dpc: su circa di 1 milione di ricette, 800mila sono state spedite dagli interessati nella farmacia “sotto casa”. Anche perché chi ha scelto la distribuzione diretta, attraverso le farmacie ospedaliere o delle Asl, ha percorso in media 18,3 chilometri e speso quasi 40 minuti in più rispetto a chi ha scelto di ritirare il farmaco nelle farmacie del territorio. Una differenza non da poco, se si tiene presente che il 61% di chi consuma farmaci del Pht ha più di 65 anni e il 21% ha un’età superiore a 80 anni.
«Il rinnovo dell’accordo per la prosecuzione di questo modello» ha concluso Viale «costituisce un impegno forte, in cui tutti i soggetti coinvolti mettono al centro la persona e le sue fragilità. Questa è la sanità a chilometro zero, perfettamente inserita nell’ambito del piano sociosanitario, di cui la farmacia dei servizi è un punto qualificante». Confermati anche i contenuti dell’intesa: il compenso alle farmacie ammonta a 3,99 euro a scatola più iva (4,49 per rurali e disagiate) e comprende la quota del distributore (1,10 euro); i pezzi movimentati tramite dpc sfiorano il milione e mezzo di pezzi (grazie anche all’inserimento dei Nao nell’elenco della dpc), il Pht non subisce variazioni a livello di Asl e il primo ciclo post-dimissione si limita a una sola scatola.