I due miliardi che mette sul piatto della Sanità pubblica la Manovra per il 2023 approvata lunedì in bozza dal Consiglio dei ministri non sembrano accontentare le Regioni, che nelle settimane scorse avevano fatto pressing per finanziamenti extra con cui coprire il caro-bollette di ospedali e Asl. Lo ha detto senza giri di parole il governatore della Puglia, Michele Emiliano, a margine della Conferenza delle Regioni riunita ieri a Roma. «I costi della sanità aumentano ogni anno» ha ricordato «i due miliardi in più quindi servono a tenere la spesa sanitaria allo stesso livello dell’anno precedente. Ma visto che quest’anno c’è un’inflazione molto alta e sono aumentati i costi dell’energia, sostanzialmente c’è una diminuzione del finanziamento effettivo del sistema sanitario italiano. Se il Governo non ha trovato la maniera per finanziare meglio la sanità è bene che lo dica chiaramente».
Critico anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: «Dicono che ci sono più risorse, io ancora non ho capito quante sono e quali sono. I due miliardi in più per il prossimo anno erano già stati previsti dal ministro Speranza». Sembrano ritrovarsi sulle stesse posizioni governatori del centrosinistra e del centrodestra: «Spero che si trovi un accordo» ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia «la nostra Regione dedica in bilancio 9,6 miliardi alla cura dei cittadini, con 68 ospedali che erogano 80 milioni di prestazioni all’anno».
Perplesso anche Donato Toma, governatore del Molise: «Il Fondo sanitario nell’attuale ammontare è insufficiente, andrebbe prestata più attenzione e credo che questo governo lo voglia fare. Il Fondo dev’essere incrementato nella misura giusta per le esigenze sanitarie di tutti i cittadini in tutte le regioni». «Mi sarei aspettato molto di più» ha aggiunto il presidente della Toscana Eugenio Giani «la sanità è l’attività che dobbiamo implementare al massimo per rendere la nostra società sempre più civile e decorosa e quindi personalmente spero che vi sia un intervento più forte e più significativo del Governo sulla sanità».
Chiude il commento del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. «In queste condizioni credo che non potremo fare né la medicina territoriale e le case di comunità, né avremo la possibilità di offrire servizi di qualità ai nostri concittadini. Non avremo la possibilità di personale nuovo da impiegare nei reparti di pronto soccorso, da questo punto di vista la situazione è estremamente delicata. La mancanza di risorse per i Comuni e gli enti territoriali mette in discussione anche la realizzazione del Pnrr».