La Regione arrivi al più presto a un’intesa con farmacie e medici di famiglia per allargare i punti di prenotazione del Cup regionale. E’ l’appello che arriva dalla rappresentanza marchigiana del Tribunale per i diritti del malato dopo il botta e risposta dei giorni scorsi tra il governatore Ceriscioli e Federfarma sull’estensione dei servizio alle farmacie del territorio. Attualmente, sostiene il Tdm, prenotare una prestazione passando dal centralino regionale è un’impresa quasi impossibile: «Nei giorni scorsi» spiega alla il presidente del Tdm marchigiano «abbiamo alcune telefonate di test: alle 8.20 avevamo 84 persone davanti, alle 9 eravamo 80esimi, alle 10 74esimi. Ci chiediamo come fa chi non ha il tempo o la possibilità di stare al telefono, per esempio per motivi di lavoro».
Confermano le segnalazioni che arrivano al Tribunale: «Ci dicono che molto spesso rinunciano all’esame oppure devono prendere un giorno di ferie per recarsi agli sportelli del Cup, dove le attese non sono così brevi. Le trattative con Federfarma per consentire la prenotazione in farmacia sono in corso da due anni, ma non si è trovato un accordo».
Come si ricorderà, lunedì scorso il presidente delle Marche, Luca Ceriscioli, aveva annunciato l’approvazione da parte della giunta regionale di un documento d’indirizzo sul Cup in farmacia, al quale gli esercizi dalla croce verde avrebbero potuto aderire liberamente e gratuitamente. Il presidente di Federfarma regionale, Pasquale D’Avella, aveva replicato ribadendo che il servizio è sostenibile soltanto se prevede un compenso per i farmacisti titolari.