Farmacisti marchigiani colti alla sprovvista, ieri, dal comunicato con cui la Regione ha annunciato l’approvazione in giunta delle «linee di indirizzo» per il Cup in farmacia. «Il servizio» recita la nota «sarà assicurato durante gli orari di apertura al pubblico e l’Asur provvederà alla formazione del personale, ai collegamenti tecnici con il Centro unico di prenotazione e all’assistenza». L’obiettivo, prosegue la Regione «è quello di garantire un’opportunità aggiuntiva rispetto alla prenotazione diretta nelle strutture sanitarie o tramite centralino Cup. Le farmacie interessate» conclude il comunicato «potranno aderire su base volontaria e gratuita».
La gratuità, però, è lo scoglio sul quale finora si sono infranti tutti i negoziati tra Regione e farmacie per arrivare a un’intesa. «E’ da tempo che stiamo discutendo con la parte pubblica» spiega il presidente di Federfarma Marche, Pasquale D’Avella (foto) «e il presidente della giunta regionale, Luca Ceriscioli, ha fatto ripetute pressioni perché si arrivasse a un accordo. Lo auspichiamo anche noi, ma la nostra linea è che per mettere in piedi un servizio efficiente, strutturato e sostenibile, c’è bisogno che alle farmacie venga riconosciuto un compenso».
Proprio ciò che la Regione si è rifiutata di concedere. E quell’accenno all’adesione volontaria e gratuita delle farmacie non fa ben sperare neanche per il domani. «Il comunicato della Regione sembra il proverbiale sasso lanciato nello stagno» conferma D’Avella «se qualche farmacia ritiene utile partecipare a titolo gratuito si faccia avanti, per il sindacato il servizio non è sostenibile senza un’adeguata remunerazione».