E con quello dell’altra notte a Chiaiano fanno dieci. Non sembra arrestarsi l’ondata di furti che in cinque giorni ha colpito le farmacie dell’area partenopea: Napoli, Arzano, Casandrino, Poggiomarino, la media arriva a due colpi a notte e anche se all’origine sembrerebbero esserci due differenti bande criminali le modalità degli attacchi sono molto simili. Il bersaglio sono le casse automatiche degli esercizi farmaceutici, che vengono divelte con un piede di porco o con un piccone e poi portate via per essere forzate in tutta tranquillità da qualche altra parte. E ai titolari derubati restano soltanto i danni, materiali ed economici. «Molte farmacie si sono dotate di cassa automatica per prevenire le rapine nell’orario di apertura» commenta amareggiato il presidente di Federfarma Napoli, Michele DI Iorio «i ladri si sono adeguati e le rubano. E così, se una rapina fruttava 200-300 euro, portare via la cassa automatica significa mettersi in tasca diverse migliaia di euro, l’incasso di due o tre giorni di attività. E con il minimo rischio: chi commette furto con scasso ed è incensurato non va neanche in prigione, se sei pregiudicato ti toccano i domiciliari».
Poi ci sono i danni materiali: per asportare la cassa i malviventi distruggono il bancone, strappano cavi e collegamenti dei computer, rovinano arredi e pavimentazione, infrangono vetrine e divelgono serrande. «Ci mettono pochi minuti ma causano danni impressionanti» prosegue Di Iorio «a vedere il giorno dopo i video della sorveglianza interna si sta male soltanto per quello che fanno alla farmacia: mai visto tanti sacrifici e investimenti vanificati in così poco tempo».
Per tale motivo, Federfarma Napoli metterà a disposizione un premio per chiunque fornirà informazioni utili a individuare i responsabili. «Non si dice che è una taglia perché non è così» avverte Di Iorio «il primo obiettivo è quello di sensibilizzare e invitare le forze dell’ordine a una sorveglianza ancora più severa. Giovedì incontrerò il prefetto, gli spiegherò le preoccupazioni dei nostri associati e gli chiederò quali interventi intendono mettere in campo».