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Pazienti maleducati, a Treviso nasce il Comitato dei medici vessati

30 Aprile 2019

Non sono soltanto i farmacisti a lamentarsi della crescente arroganza e maleducazione dei pazienti. Anche i medici avvertono che ormai la misura è colma, tant’è vero che a Treviso un generalista non proprio di “primo pelo” è arrivato addirittura a fondare un comitato, quello dei medici vessati dai loro pazienti. Il suo nome è Gianfranco Aretini e – secondo quanto riporta un articolo de La Tribuna – l’iniziativa vuole innanzitutto denunciare lo stato di malessere e disagio in cui ormai lavora un’abbondante fetta di medici. «Ormai i pazienti vengono nei nostri studi e chiedono farmaci come al supermercato ordinano un etto di prosciutto» spiega il medico «l’atmosfera è sempre più tesa e noi siamo in prima linea, vessati e maltrattati. I nostri pazienti sono sempre più arroganti, maleducati, pretenziosi. Pensano di sapere già tutto perché lo hanno letto su Internet, vogliono una diagnosi su due piedi».

A titolo di esempio, Aretini cita il caso dell’assistito che pretendeva una diagnosi via Whatsapp per una dermatite e quello dell’insofferente che non voleva fare la fila ed è entrato nello studio nel pieno di una visita. «Se un medico sbaglia è giusto che paghi» continua «il mio obiettivo non è difendere la categoria e non sono iscritto ad alcun partito. Ma non si può stare in silenzio di fronte a ciò che accade nei nostri ambulatori».

A patire per l’arroganza dei pazienti e dei loro familiari, poi, non sono soltanto i medici di mg ma anche gli ospedalieri: «Lavorano in condizioni sempre più difficili e non c’è mai un grazie, solo pretese» conferma Aretini «è un problema grave, profondo, che va risolto. Tanti colleghi hanno scelto di lasciare il lavoro grazie a Quota 100 perché non ce la fanno più. Il problema è il rapporto con il paziente, che non ha più alcun rispetto: le istituzioni devono intervenire quanto prima, anche se in realtà è già troppo tardi. Il comitato nasce proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso la stampa, ma anche la politica e le istituzioni».