Non decolla, in Piemonte, il servizio che permette agli assistiti di trovare direttamente in farmacia le prescrizioni del medico, con la sola tessera sanitaria e senza portarsi dietro il promemoria della ricetta. Lo rivela un servizio del Tg regionale Rai, secondo il quale sarebbero a oggi meno di 56mila i piemontesi che hanno attivato il servizio e indicato la farmacia di riferimento dove recarsi per avere i farmaci prescritti.
A frenare lo stesso problema che all’avvio, a gennaio, aveva provocato diffusi malumori tra i farmacisti titolari: troppo complicato il meccanismo, che all’atto della registrazione chiede all’assistito di indicare una o più farmacie abituali, dove si recherà in via preferenziale per avere i farmaci prescritti, e quelle occasionali, dove invece occorre non soltanto la tessera sanitaria ma anche lo smartphone, precedentemente certificato tramite spid.
Tutto troppo complicato, soprattutto per gli anziani, che continuano a fare fatica a capire perché un servizio che dovrebbe semplificare il percorso della ricetta finisce invece per renderlo ancora più ingarbugliato. Come il presidente i Federfarma Piemonte, Massimo Mana, aveva rivelato a FPress, la procedura era stata pensata per scoraggiare accaparramenti da parte dei soliti “furbi”, ma la soluzione si è rivelata da “ufficio complicazioni affari semplici”.
Ne è consapevole anche il sindacato titolari, tanto che al Tgr il presidente di Federfarma nazionale e di Federfarma Torino, Marco Cossolo, ammette l’esistenza di difficoltà tecniche: «Credo che con il dialogo e il confronto troveremo la sintesi» aggiunge «tutto il tempo che togliamo alla burocrazia lo regaliamo in consulenza al paziente sull’aderenza terapeutica».
Intanto però fa discutere il caso di qualche farmacia che, sempre in Piemonte, ha cominciato a far pagare gli assistiti per la carta e il toner consumati dalla stampa dei promemoria, che servono ad apporre le fustelle. Secondo il tg, qualcuna arriverebbe a chiedere anche 10 centesimi a ricetta, «una scelta» riferisce il servizio «stigmatizzata con forza da Federfarma».