Da una parte un taglio di 25 centesimi sulla quota fissa a pezzo per la dpc, dall’altra un cospicuo elenco di servizi finanziati (anche con le risorse della sperimentazione triennale sulla farmacia dei servizi) che dovrebbero abbondantemente compensare. Dà e prende il nuovo accordo sulla distribuzione per conto che Regione e rappresentanze piemontesi di Federfarma e Assofarm hanno rinnovato ieri a Torino con soddisfazione per tutte le parti. «Risparmiamo più di 13 milioni di euro alla voce onorari (delle farmacie, ndr) e acquisti» commenta l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, il leghista Luigi Icardi (foto) «in più rafforziamo in modo considerevole il ruolo delle farmacie sul territorio, attraverso l’erogazione di nuovi servizi a beneficio dei cittadini». «Con l’attivazione della farmacia dei servizi» osservano il presidente di Federfarma Piemonte, Massimo Mana, e il coordinatore regionale di Assofarm, Mario Corrado «la Regione riconosce il valore professionale della farmacia come presidio del territorio e garanzia di sussidiarietà. E’ un investimento sul futuro che non mancherà di avere positivi effetti sull’offerta complessiva della sanità in Piemonte, soprattutto nelle aree più disagiate».
L’intesa, come detto, riduce da 5,25 a 5 euro il compenso a pezzo di cui beneficiano le farmacie per la dpc. E sposta dalla convenzionata alla distribuzione per conto tutte le eparine a basso peso molecolare, che finora rimanevano divise tra i due canali. «Nel 2018 la sanità piemontese ha patito un negativo di 160 milioni di euro» ricorda il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio «questo accordo ci consente di risparmiare 10 mila euro al giorno».
In cambio, la Regione mette sul piatto un consistente menù di servizi, che conferma le attività della precedente intesa e ne aggiunge di nuove, al via dal primo gennaio. Tra queste ultime spiccano il monitoraggio dell’aderenza terapeutica per i pazienti con ipertensione e bpco, la partecipazione agli screening oncologici del progetto Prevenzione Serena, il monitoraggio della protrombina nei pazienti in Tao e l’apertura del Fascicolo sanitario elettronico agli assistiti. «Per coprire questi servizi» spiega Mana a FPress «la Regione utilizzerà i 3,5 milioni che il decreto attuativo del Ministero assegna al Piemonte per la sperimentazione triennale. Si tratta di risorse che dovrebbero arrivare nel 2020, ma se ci fossero problemi la giunta finanzierà ugualmente i servizi con uno stanziamento di circa un milione di euro, sempre sui tre anni. In questo caso, ovviamente, l’impegno richiesto alle farmacie verrebbe rivisto in misura proporzionale». Sulla disponibilità dei fondi per la sperimentazione, in ogni caso, c’è ottimismo: «Manca soltanto la ratifica delle Regioni al protocollo firmato a fine luglio al Ministero» continua Mana «l’assessore Icardi, che è il coordinatore della Commissione sanità della Conferenza delle Regioni, ha assicurato che è soltanto questione di giorni».
Tra i servizi confermati, invece, la dispensazione dei vaccini ai medici di famiglia (finanziata con 1,3 milioni di euro circa, sempre sul triennio) e la distribuzione dei presidi per diabetici e per incontinenti (alle stesse condizioni dell’accordo precedente). «Se gli impegni saranno rispettati» conclude Mana «le farmacie ricaveranno da tali servizi il doppio di quanto perdono sulla remunerazione della dpc. Il tutto grazie al nuovo metodo di lavoro dell’assessore Icardi: per la prima volta, ogni servizio riceve il proprio budget e quindi tutti sanno quanto si riceve e che cosa si dà».