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Piemonte, partita la telemedicina. In corso censimento dei provider

3 Maggio 2024

Sono circa 800 le farmacie che, in Piemonte, hanno cominciato dall’altro ieri a fornire i servizi di telerefertazione (ecg e holter, cardiaco e pressorio) previsti dall’accordo regionale sulla sperimentazione della farmacia dei servizi firmato il mese scorso da Federfarma e Assofarm. A tracciare un primo bilancio Massimo Mana, presidente dell’Unione regionale, che a FPress fa il punto sull’intesa dopo le polemiche scatenate nei giorni scorsi da Ordine e sindacati dei medici. «Le farmacie che hanno iniziato a erogare sono quelle che già erano attrezzate e hanno preso parte alla formazione. Per quanto concerne le polemiche sulle ricette, il problema è che attualmente le farmacie non sono abilitate a trattare le prescrizioni che riguardano prestazioni in regime Ssn, c’è da modificare un decreto del Mef che non le annovera tra i soggetti autorizzati. In ogni caso, il questionario di autovalutazione che l’Università ha messo a punto assieme ai cardiologi offre i riferimenti necessari: la telerefertazione, in sostanza, può essere richiesta dai soggetti che presentano tre fattori di rischio su cinque, che sono età, diabete, ipertensione, colesterolo e fumo».

In un incontro di pochi giorni fa, dal canto suo, l’assessorato alla Sanità della Regione ha segnalato alle farmacie la circolare con cui il ministero della Salute raccomanda che «la refertazione sia comunque effettuata da medici operanti nell’ambito di strutture sanitarie accreditate ai sensi dell’articolo  quater D.lgs 502/92 oppure convenzionati (medici di famiglia, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali)», in quanto «non appare sufficiente la mera qualificazione professionale e autorizzazione dell’esercente professione medica in regime di attività privata». «Stiamo completando il censimento delle farmacie partecipanti, quelle che sono già partite come le molte che i aggiungeranno dai prossimi giorni, per verificare quale sia la situazione» conclude Mana «al momento risulta che circa il 90% si appoggia a provider accreditati».