Nel 2022 la Puglia ha sfondato la spesa farmaceutica convenzionata di oltre 7 milioni di euro e la spesa per acquisti diretti di circa 260 milioni. La legge prevedrebbe in questi casi il decadimento dei direttori generali delle Asl, ma finora non s’è fatto nulla. Lo ha detto il presidente della commissione Bilancio e programmazione del Consiglio regionale, Fabiano Amati, commentando i dati presentati ieri in audizione dal dirigente dell’Ufficio farmaceutico Paolo Stella.
Tutte le Asl pugliesi, ha spiegato il funzionario, hanno attuato (anche se non sempre entro le scadenze previste) le misure di contenimento dettate dalla legge regionale 7/2022, che comprendono l’istituzione di un servizio aziendale per il monitoraggio della spesa e la trasmissione di rapporti bimestrali sull’andamento dei conti. Gli esiti però non sono brillantissimi: a fine anno risultano in rosso sulla spesa convenzionata le Asl di Taranto, Barletta-Trani e Lecce; sulla spesa per acquisti diretti, invece, il disavanzo è generalizzato e coinvolge tutte le Aziende sanitarie (Brindisi, Bari e Foggia in aggiunta a quelle già citate), gli Irccs Oncologico e De Bellis e le Aou Policlinico e Ospedali riuniti di Foggia.
Qualche miglioramento, ha comunque osservato il dirigente del Servizio farmaceutico, è stato conseguito: «a seguito delle azioni di razionalizzazione poste in essere tra il 2017 e il 2022», ha detto Stella, la Puglia è passata dalla prima alla quinta posizione nella classifica delle Regioni con lo sfondamento più elevato della spesa convenzionata e dalla terza all’ottava nella graduatoria degli sforamenti sugli acquisti diretti,
«Purtroppo il trend difficilmente potrà mutare se si continua a legiferare e deliberare senza pretendere l’esecuzione delle leggi e delle delibere» ha controdedotto il presidente Amati «i dati del 2022 sono impietosi e nelle prossime settimane verificheremo l’andamento dei dati per il 2023».