«In questi anni la Puglia ha fatto progressi importanti nel contenimento delle inappropriatezze, ma il percorso è ancora lungo e impegnativo». Sono le parole con cui Giovanni Gorgoni, direttore generale dell’Agenzia regionale per i servizi sanitari (Aress), ha commentato i dati sulla spesa farmaceutica pugliese presentati ieri alla stampa: la convenzionata, certificano le rilevazioni dell’Aifa, è calata dal 2017 a oggi di circa 80 milioni di euro ed è rientrata quasi interamente nel suo tetto (7,96%); l’ultimo monitoraggio, con i dati di settembre, riporta un contenuto scostamento di 1,8 milioni, che alla chiusura di dicembre potrebbe ridursi ulteriormente. «Per vent’anni la Regione ha speso quasi trecento milioni di euro in più all’anno rispetto alla media nazionale» ha fatto notare il presidente della Puglia, Michele Emiliano «pensate la follia: è quasi l’equivalente di due ospedali nuovi all’anno, gettati via in farmaci inutili e perfino pericolosi».
Il contenimento, ha continuato Emiliano, è stato conseguito «con la collaborazione dei farmacisti, dei medici di famiglia e ospedalieri e dei nuovi farmacisti ospedalieri che abbiamo assunto, senza sanzioni o azioni brusche. E’ stata dura, ma poco alla volta tutti hanno capito che l’unico modo per tutelare la salute dei pugliesi era quello di fare con decisione quello che abbiamo fatto in questi quattro anni».
In particolare, ha spiegato Emiliano, hanno dato risultati importanti le schede mediche individualizzate, ossia i report per i mmg e i pediatri di libera scelta che riportano le medie prescrittive distrettuali, provinciali e regionali e consentono al medico di fare raffronti e valutazioni. Inoltre, l’integrazione dei dati Osmed nelle rilevazioni regionali sulla farmaceutica ha consentito di mettere sotto monitoraggio le categorie di medicinali a maggiore impatto sulla spesa per acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc). Le linee guida che ne sono scaturite «ha consentito di incrementare gli acquisti con gara di biosimilari e farmaci dal miglior rapporto di costo/beneficio». Anche se, avverte la Regione, «la spesa per acquisti diretti risulta ancora al di sopra del proprio tetto (6,89%)».