Nei primi 8 mesi dell’anno la spesa farmaceutica pugliese denuncia uno scostamento di 17,4 milioni di euro per la convenzionata e quasi 134 milioni per gli acquisti diretti, il 36,2% in più rispetto al budget assegnato. E le stime dicono che a fine anno lo sfondamento arriverà a 26 milioni di euro per la convenzionata e 229,6 milioni per gli acquisti di Asl e ospedali. È il quadro fornito l’altro ieri dall’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, alle commissioni cons9iliari bilancio e Sanità, riunite per esaminare gli interventi con cui la giunta intende contenere lo sforamento della spesa farmaceutica regionale.
Per quanto concerne le singole Asl, gli sfondamenti arrivano a 4,4 milioni di euro per Bari, 825mila euro per Brindisi, 3,7 milioni per Bat, 1,8 milioni per Foggia, 6,1 milioni per Lecce e 9,3 milioni per Taranto. Tra le categorie di farmaci che hanno fatto registrare nel periodo gennaio-luglio gli aumenti più importanti, spiccano al primo posto gli antibatterici per uso sistemico.
Quanto alle contromisure, ha spiegato alle commissioni il direttore del Dipartimento salute, Vito Montanaro, la Regione già dispone di una serie di strumenti individuati dalla legge pugliese 7/2022, risalente al marzo scorso: a ogni Asl è stato assegnato un tetto sulla farmaceutica, sono state individuate le categorie di medicinali a maggiore spesa, per le quali mettere in campo misure di appropriatezza prescrittiva, sono state date indicazioni per incrementare gli acquisti centralizzati. In aggiunta, l’anno scorso è stata adottata una disposizione che fa decadere dall’incarico i manager delle Asl che non riescono a rispettare i loro tetti di spesa. «L’entità dello sforamento stimato è enorme» ha commentato al termine dei lavori il presidente della commissione Bilancio, Fabiano Amati, «e la colpa non è di un incremento della domanda di salute o di cura, ma gli sprechi e il mancato svolgimento delle gare di acquisto regionali».