Spesa farmaceutica ospedaliera sotto vigilanza speciale in tutte le Asl della Puglia. E’ quanto prescrive la proposta di legge approvata ieri dalla III commissione del Consiglio regionale, con l’obiettivo di «contenere la spesa farmaceutica per acquisti diretti nelle aziende sanitarie e ospedaliere».
Il testo – sul quale l’assessore alla Salute della Regione, Rocco Palese, ha già espresso interesse e disponibilità – impone a tutte le Asl pugliesi di istituire un «servizio di monitoraggio della spesa farmaceutica», cui spetterà «il controllo continuativo» delle uscite e «l’adozione, di concerto con il direttore generale, dei provvedimenti idonei a contenere eventuali sforamenti in un arco temporale non superiore al bimestre».
In Puglia, ricorda la relazione che accompagna la proposta di legge, la spesa farmaceutica «viaggia in termini di risultati su due binari distinti»: la convenzionata si è ridotta di 108 milioni di euro in quattro anni, cosa che ha permesso alla Regione di recuperare lo sfondamento; la spesa farmaceutica per acquisti diretti, invece, ha chiuso il 2020 con uno scostamento di quasi 264 milioni di euro e nel periodo gennaio-aprile 2021 mostra un “rosso” di oltre 119 milioni.
Per arginare questi sforamenti, prosegue la relazione, la Regione ha disposto la centralizzazione delle gare di acquisto e ha lavorato sull’appropriatezza prescrittiva e sul consumo di generici e biosimilari, oltre a imporre su alcuni farmaci specifici budget di spesa. L’emergenza covid e l’attuazione soltanto parziale di molti dei provvedimenti adottati, tuttavia, hanno impedito di raggiungere i risultati voluti.
Di qui il giro di vite impartito dalla proposta di legge, che richiama le Asl alla centralizzazione delle gare e al contrasto «delle resistenze da parte dei medici specialisti nella scelta delle terapie con maggior rapporto di costo-efficacia». Con la minaccia, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, «della decadenza dall’incarico dei direttori generali».