Va a un altro round il lungo contenzioso tra Federfarma Rimini e Asl Romagna sulla presunta violazione dell’accordo regionale per la dpc da parte dell’azienda sanitaria, che per anni avrebbe distribuito in diretta volumi ben maggiori di quelli consentiti dall’intesa. Nell’ultima udienza, risalente all’11 febbraio, i giudici hanno infatti accolto la richiesta della Regione di verificare se lo sforamento dei volumi nel periodo 2009-2012 abbia riguardato soltanto i pezzi oppure anche i valori; l’accordo in vigore in quegli anni, infatti, impegnava le Asl a un contenimento della diretta in base a tetti «di pezzi e di valore complessivi», sicché – hanno osservato i giudici – «oltre al numero di pezzi distribuiti in eccesso, assume rilevanza anche il valore complessivo degli stessi rispetto ai dati registrati al 31 dicembre 2008 (numero di pezzi pari a 557.213 e valore complessivo 4.116.343 euro)».
Dell’ulteriore accertamento si occuperà ancora il servizio farmaceutico dell’Asur (Azienda sanitaria unica delle Marche), al quale il Tar bolognese aveva già affidato nell’ottobre scorso l’incarico di verificare l’ammontare dei volumi distribuiti in diretta dall’Asl Romagna. La vicenda, in effetti, si trascina da più di cinque anni: è nel 2013, infatti, che Federfarma Rimini denuncia l’Asl Romagna davanti al Tribunale della città per violazione dell’accordo regionale sulla dpc. Accertata la propria incompetenza sulla materia, il Tribunale rimette la questione al giudice amministrativo, che nell’udienza del novembre 2016 boccia le argomentazioni con cui Asl e Regione si oppongono al ricorso (l’accordo sulla dpc, dice il Tar nell’occasione, non fissa soltanto obiettivi programmatici ma pone «a carico dell’amministrazione sanitaria precisi obblighi nei confronti delle farmacie», scrivono i giudici) e chiede dati dettagliati sui pezzi distribuiti in diretta e in dpc e sulla mancata riscossione del ticket da parte delle strutture pubbliche.
Un anno dopo, nell’ottobre 2017, il Tar rinnova la richiesta di dati e decide di avviare «un’istruttoria da eseguirsi in contraddittorio tra le parti» davanti al Collegio sindacale dell’Aou Ospedali Riuniti di Ancona, che al termine del procedimento dovrà presentare una «relazione» corredata da «documenti anche di ordine grafico». Nel giugno successivo ulteriore udienza nella quale Federfarma nazionale interviene “ad adiuvandum” a fianco dell’associazione titolari di Rimini e il Collegio degli Ospedali Riuniti rimette l’incarico perché estreaneo alle sue competenze. Nuovo round a ottobre 2018, quando il Tar incarica delle verifiche istruttorie il servizio farmaceutico dell’Asur Marche e fissa la nuova udienza a febbraio. Ora le ulteriori verifiche, con nuova udienza fissata al prossimo novembre.