Sul nuovo accordo per la dpc la Regione Emilia-Romagna è disposta a qualche piccola apertura ma conferma l’impianto di base che consiste nell’estensione a tutte le Asl del protocollo Romagna, ossia il passaggio dalla convenzionata alla dpc dei farmaci per le patologie respiratorie della classe Atc R03. Sono gli ultimi aggiornamenti che arrivano dal tavolo negoziale dove si sta trattando il rinnovo dell’intesa: la Regione, come spiega a FPress il referente di Farmacieunite, Stefano Ferretti, dovrebbe inviare a giorni ai sindacati una nuova proposta di accordo, che recepisce una parte delle richieste avanzate da Federfarma e Assofarm: compenso dpc da 3,20 a 3,50 euro (più iva) per le urbane, da 3,88 a 4,40 per le rurali a basso fatturato; incremento dei volumi della dpc per 1,3 milioni di pezzi (in aggiunta ai 650mila già promessi), da attuare in tre anni e valutata la fattibilità di volta in volta. Farmacieunite, invece, aveva chiesto aumenti ben più sostanziosi, che riavvicinassero i compensi della dpc emiliano-romagnola a quelli in vigore nel resto del Paese: 4,60 e 5,30 euro rispettivamente, sempre iva esclusa, con bocciatura da parte della controparte pubblica a causa della mancanza di risorse.
Intanto le notizie sulla trattativa trapelate la settimana scorsa stanno suscitando tra i titolari della Regione un diffuso malcontento, con vistosi echi sui social e sui canali di comunicazione frequentati dai farmacisti. È forse anche per questo che – come ha riferito Farmacieunite – nella seduta del tavolo negoziale di giovedì scorso Federfarma regionale ha chiesto di tenere riservati i contenuti della trattativa sino alla stipula dell’accordo finale (ottenendo il no di Assofarm che ha fatto presente la necessità di informare i livelli nazionali).
In attesa che la Regione ufficializzi il suo documento, sono in tanti a chiedersi quale linea prenderà Federfarma nazionale se l’accordo dovesse passare alle condizioni fissate dalla parte pubblica. Come si ricorderà, a settembre il sindacato aveva espresso forti perplessità sul protocollo sperimentale dell’Asl Romagna che di fatto anticipava le proposte della Regione sulla dpc, con il trasferimento dalla convenzionata al Pht di una ventina abbondante di molecole per asma e bpco. «Pur condividendo l’obiettivo generale del progetto» recitava una nota diffusa dalla Federazione «ne auspichiamo un’attuazione equa e sostenibile, che tuteli la necessità delle farmacie di avere la sostenibilità economico-finanziaria del servizio».
Infine, occorrerà vedere anche le reazioni di Farmindustria ed Eguali, anch’esse molto critiche a suo tempo nei confronti del protocollo romagnolo, e soprattutto delle aziende associate, che avevano presentato ricorsi a raffica contro la delibera della Regione e dell’Asl.