Non c’entra né il parallel trade né il divario di prezzi con i Paesi del nord Europa nelle diffuse indisponibilità che da diversi giorni stanno interessando i farmaci distribuiti in dpc dalle farmacie della Sardegna. Colpa soltanto della burocrazia che attanaglia l’Asl di Sassari, azienda capofila per gli ordini della diretta: alcuni pensionamenti negli uffici che gestiscono gli acquisti avrebbero creato un collo di bottiglia che, a sua volta, ha rallentato pesantemente le forniture dai distributori. Così la spiega il presidente di Federfarma Cagliari, Giorgio Congiu, da giorni in contatto con l’Assessorato per provare a superare i disagi: «Manca l’85% dei farmaci della dpc, dalle insuline alle eparine, dagli anticoagulanti agli immunosoppressori. Avevamo proposto che l’Asl acquistasse d’urgenza dai distributori merce sufficiente per coprire tre mesi e poi si spostassero gli acquisti a Cagliari, un’operazione che era già stata programmata da qualche tempo. Ma non se n’è fatto niente».
Ora però la situazione sarebbe in progressivo miglioramento: tra mercoledì e giovedì sono stati completati alcuni ordini altri sono in corso tra ieri e oggi. «Stamattina sarebbe stato fatto il 30% degli ordini» conferma Congiu «che dovrebbero coprire i prossimi 15-20 giorni. Per gli altri, abbiamo invitato Asl e Assessorato ad appoggiarsi ai distributori e a fare affidamento sulle loro competenze per superare la crisi. I pazienti in cura con terapie che non possono essere interrotte sono disperati e si rivolgono alle farmacie per cercare aiuto. Bisogna uscirne al più presto».