Proteste e polemiche, in Sardegna, per la circolare della Direzione generale sanità che nei giorni scorsi ha comunicato l’interruzione dal primo gennaio del servizio che consentiva agli assistiti di attivare la tessera sanitaria in farmacia. La comunicazione motiva la scelta con un generico «venir meno dei presupposti amministrativi, organizzativi e finanziari», ma le associazioni dei pazienti vogliono vederci chiaro. In una nota, per esempio, la rete sociale Anas stigmatizza duramente l’episodio: «Non è chiaro cosa sia accaduto ma quel che è certo, come si legge nella delibera della Regione, che qualcuno tra assessorato agli Affari generali e assessorato alla Sanità ha il suo pezzo di responsabilità».
In ogni caso, la richiesta è che il servizio sia ripristinato velocemente. «Ormai da tempo la farmacia è diventata punto di riferimento per i servizi amministrativi e non solo» osserva la nota «l’esperienza durante covid, dove le farmacie hanno svolto un servizio fondamentale per i tamponi, lo dimostra e ci dice che in tutta Italia si va verso la farmacia dei servizi, dove è possibile effettuare esami diagnostici semplici ma anche un elettrocardiogramma».
Anche Federfarma Sardegna esprime sconcerto: «La rinuncia a questo servizio sembra poco utile» commenta alla stampa locale il presidente Pierluigi Annis «abbiamo provato a informarci ma ancora nessuna risposta ufficiale. Confidiamo che quanto prima ci dicano qualcosa: noi farmacisti siamo sempre disponibili, se è utile, a erogare ancora questo servizio». Aggrava la situazione il fatto che senza attivazione della tessera non si può scegliere e revocare il medico, oppure completare altre procedure amministrative. «Riteniamo davvero che una soluzione debba essere trovata a breve» ha concluso Annis.