Una lieve limatura ai compensi e, in cambio, un incremento dei volumi. È il patto su cui si regge il nuovo accordo sulla dpc firmato da Regione Sardegna e farmacie dell’Isola e ratificato ieri da una delibera di giunta. Rispetto all’intesa precedente, risalente al 2017 e più volte prorogata, le novità sono minime: la remunerazione scende da 5,90 a 5,70 euro iva esclusa (ma quota del grossista compresa) per le urbane e da 8,90 a 8,60 euro per le rurali. «In compenso» spiega a FPress il presidente di Federfarma Sardegna, Pierluigi Annis «entrano nella distribuzione per conto alcuni ex Osp-2 e diversi innovativi, come antidiabetici e Nao. In tutto, stiamo parlando di una ventina di farmaci».
In aggiunta, sarà affidata alle farmacie la distribuzione per conto dei sensori glicemici (o glucosensori), che finora la Regione forniva direttamente a una ristretta platea di malati e ora invece vuole distribuire a un pubblico più ampio proprio grazie alle farmacie. «È un accordo senz’altro soddisfacente» riprende Annis «siamo riusciti a limitare le richieste della Regione di un contenimento della spesa e valorizzare il ruolo delle farmacie nell’assistenza di prossimità».
«Le farmacie» conferma l’assessore alla Salute della Sardegna, Mario Nieddu «giocano un ruolo fondamentale per i servizi erogati sul territorio, frutto di una collaborazione in costante crescita, divenuta ancora più forte nel corso della pandemia. Basti pensare che oggi, nell’Isola, attraverso le farmacie, è possibile prenotare una visita, pagare il ticket o eseguire un test per la rilevazione del Covid».