La sperimentazione della farmacia dei servizi lede la professionalità dei laboratori di analisi e viola le normative di settore. È la motivazione principale del ricorso con cui Federbiologi Sicilia ha impugnato davanti al Tar di Palermo la normativa regionale che rinnova per tutto il 2024 la sperimentazione varata dalla Finanziaria per il 2018 e più volte prorogata.
L’associazione, in sostanza, rimprovera all’assessorato della Salute la decisione di avere avviato una “fase sperimentale” che consente alle farmacie di fornire servizi medici sia all’interno sia all’esterno dei loro locali, creando così disparità di trattamento e alterando le regole di un mercato già competitivo. Nel ricorso, così, vengono chiamati in causa – oltre all’assessorato – le Aziende sanitarie provinciali di Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Catania, Agrigento, Trapani e Caltanissetta, il ministero della Salute e Federfarma Sicilia.
Secondo gli avvocati di Federbiologi Sicilia, in particolare, la normativa non fornirebbe le garanzie costituzionali adeguate, contrasterebbe con i principi di uguaglianza e violerebbe il principio di buon andamento della pubblica amministrazione nonché l’economicità dell’azione amministrativa. A differenza delle farmacie, puntualizzano i legali, le strutture sanitarie e i laboratori devono soddisfare requisiti rigorosi per ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento.
Per tale motivo, continua Federbiologi, la normativa regionale distorcerebbe il mercato, ampliando le prestazioni sanitarie affidate alle farmacie senza le necessarie regolamentazioni, il che potrebbe portare a conflitti d’interesse e violerebbe il principio di libera concorrenza. Ne conseguirebbero disparità di trattamento e potenziale compromissione della qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie, a causa della formazione inadeguata dei farmacisti rispetto a biologi e medici specialisti.
Con il ricorso l’associazione ha anche chiesto la sospensione cautelativa della legge.