Sono una sessantina le farmacie dove da ieri i siciliani possono sottoporsi a tampone rapido o test sierologico per lo screening del covid-19. Le condizioni sono quelle dell’accordo firmato da Regione e Federfarma un mese fa circa: i prelievi possono essere effettuati soltanto da «operatori previamente formati» (i farmacisti fanno riferimento al Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario), le farmacie possono organizzare l’attività all’interno dei loro locali o in spazi attrezzati all’aperto, i testi sono a carico degli assistiti a un prezzo calmierato di 15 euro.
L’intesa inoltre impone alle farmacie l’iscrizione al Centro regionale qualità dell’assessorato alla Salute, « per effettuare e superare il preventivo controllo di qualità previsto dalle normative nazionali e regionali». L’adesione tuttavia comporta il pagamento di una quota di 300 euro a farmacia, uno dei motivi – secondo Giacchino Nicolosi, presidente di Federfarma Sicilia – della bassa adesione alla campagna di screening. «L’altro» spiega Nicolosi a FPress «è il fatto che ormai, con le vaccinazioni in progressiva crescita, cala la domanda di test rapidi e quindi l’interesse delle farmacie a offrire il servizio».
Intanto è cominciato il confronto tra Federfarma e Regione per l’accordo integrativo sulla vaccinazione in farmacia. «Abbiamo avuto alcuni colloqui» riassume Nicolosi «ci sono ancora delle distanze da colmare su alcuni temi, innanzitutto quello economico».