Potrebbe aggiungersi presto anche il Friuli Venezia Giulia all’elenco delle Regioni che hanno delegato alle farmacie del territorio lo screening di covid-19 mediante tamponi antigenici rapidi. Per oggi, infatti, è in programma un incontro tra assessorato regionale alla salute e Federfarma per valutare l’avvio di una campagna ricalcata sul modello veneto: prelievi soltanto a chi non presenta sintomi e a chi non ha avuto contatti stretti con positivi, che invece dovranno rivolgersi a medico di base e azienda sanitaria.
Intanto però, come riferisce la stampa regionale, i generalisti esprimono la loro contrarietà a eventuali accordi sul tema, così come sulla vaccinazione in farmacia: «Il medico faccia il medico e il farmacista il farmacista», è il commento di Khalid Kussini, segretario udinese della Fimmg. Ma la replica delle farmacie non si fa attendere: il prelievo sarebbe effettuato dagli infermieri e la diagnosi sarebbe comunque delegata a un medico.
Dibattito aperto anche in Toscana, altra Regione che ancora non ha chiamato in causa le farmacie: con una mozione presentata in Consiglio regionale, i gruppi consiliari di Forza Italia e di Fratelli d’Italia hanno chiesto che la Toscana «segua l’esempio di altre Regioni italiane e consenta anche alle farmacie di svolgere tamponi rapidi per la campagna di screening contro il covid-19. I tamponi rapidi in farmacia danno l’esito in soli 15 minuti e permettono di testare migliaia di persone e intercettare il più rapidamente possibile i nuovi positivi asintomatici, contribuendo a contenere eventuali focolai, a partire da quelli a scuola e in famiglia».