Anche la Regione Veneto si prepara a lanciare una campagna di screening per la diagnosi di covid appoggiata alla rete delle farmacie del territorio. Ma non si useranno i test sierologici, come in Emilia Romagna, bensì i tamponi rapidi, che a detta dei dirigenti della Sanità veneta risultano «più efficaci rispetto ai test sierologici». E ai quali, ogni 20 giorni, dovranno sottoporsi anche gli stessi farmacisti del territorio, a fini preventivi. E’ una delle novità emerse dall’incontro in videoconferenza che ieri ha messo di fronte l’assessore alla Sanità della Regione, Manuela Lanzarin, e i rappresentanti di Federfarma Veneto e FarmacieUnite.
In cima all’agenda della riunione, come riportano i comunicati diffusi ieri in serata dalle due organizzazioni di categoria, la questione dei vaccini da girare alle farmacie per la domanda in regime privato: la Regione ha confermato l’intenzione di rimpinguare la fornitura di 30mila dosi già assicurata, ma l’entità delle consegne aggiuntive potrà essere definita soltanto una volta che la vaccinazione delle fasce a rischio sarà prossima alla conclusione (e si saprà quindi quante sono le dosi “avanzate”). Federfarma Veneto ha allora chiesto che la distribuzione alle farmacie cominci soltanto ci sarà certezza sul numero di dosi disponibili. «La speranza è di arrivare almeno alla soglia delle 68 dosi totali, ossia la quantità distribuita nel 2019» ha spiegato il presidente del sindacato regionale, Andrea Bellon «fino a quel momento meglio evitare che i titolari siano costretti a scegliere a quali cittadini dare le dosi le poche dosi della prima fornitura, con il rischio di generare incomprensioni e malcontento».
«Con questo accordo» osserva Federico Conte, vicepresidente di Farmacieunite «la Regione potrà procedere con efficacia alla vaccinazione di tutti i cittadini che per diversi motivi – età, patologie o lavoro – ne abbiano necessità e urgenza. Da parte nostra, ci auguriamo di avere un quantitativo di vaccini adeguato alle richieste dei cittadini a partire dal mese di dicembre».
Tamponi, infine, anche in Piemonte, dove è uscita la delibera di giunta anticipata ieri da FPress. Il provvedimento raccoglie la proposta avanzata la settimana scorsa da Federfarma regionale e consente alle farmacie di effettuare lo screening a domicilio e in regime privato (43 euro, 32 se le persone da testare sono più di una), tramite infermiere messo a disposizione dai farmacisti. Il tampone gratuito, invece, sarà disponibile nelle strutture del servizio sanitario.