Dopo Emilia-Romagna e Toscana sbarca anche in Piemonte la “deprescrizione”, ossia la revisione critica dei trattamenti farmacologici seguiti da anziani e cronici per sfoltire la lista dei medicinali assunti. Il merito va all’Asl 3 di Torino, che nella Casa della salute di Torre Pellice (in provincia) ha aperto il primo ambulatorio per la Deprescrizione e riconciliazione terapeutica (Dert). Inaugurato ufficialmente la settimana scorsa sulla base di un progetto-pilota proposto dai medici di famiglia che operano nella struttura, il Dert accoglie i pazienti inviati dai loro curanti per rivalutare le terapie in corso e migliorare l’aderenza terapeutica.
Al vaglio, spiega un comunicato della Regione, provvede un team composto da un medico e un infermiere, ai quali l’assistito porta tutte le confezioni dei farmaci che sta assumendo, “senza ricetta” compresi. «Con la deprescrizione» ricorda la nota «vengono esclusi dalle terapie i farmaci ritenuti a vario titolo non più necessari; la riconciliazione terapeutica, invece, si pone l’obiettivo di verificare quanto il paziente segue le raccomandazioni del medico su dosi, tempi e frequenza di assunzione e migliorare il livello di aderenza alla terapia. Si tratta di un problema sanitario emergente: in Italia circa il 30% degli anziani fra i 75 e gli 85 anni assume 5 o più medicinali al giorno. In particolare, l’11% della popolazione anziana consuma quotidianamente 10 o più farmaci».
Il progetto, che coinvolge dieci dei quindici medici di famiglia della Casa della salute, scaturisce dal principio che «il mmg è il professionista più idoneo al riconoscimento, al monitoraggio e alla cura di questa tipologia di pazienti, perché conosce la storia clinica e lo stile di vita del paziente ma anche il suo contesto familiare e sociale». La sperimentazione, continua il comunicato, si protrarrà per un anno con verifiche periodiche sui pazienti e sugli obiettivi generali del progetto, che comprendono anche la razionalizzazione della spesa e la riallocazione delle risorse risparmiate in «ambiti di maggiore bisogno».
La Regione Piemonte non è la prima a parlare di deprescrizione. Nell’autunno scorso, come si ricorderà, aveva fatto discutere il questionario diffuso ai propri medici di famiglia dalle Asl di Modena e Parma per chiedere pareri e opinioni sulla metodologia. E a gennaio, nel nuovo Piano sociosanitario, la Regione Toscana scrisse che la deprescrizione avrebbe reso evitabili «almeno tre milioni di ricoveri di anziani».