Dall’inizio di giugno potrebbe non passare più dalle farmacie la distribuzione delle mascherine “di comunità” acquistate dalla Regione Toscana e offerte gratuitamente alle famiglie. E’ l’ipotesi alla quale, secondo la stampa locale, starebbe lavorando l’assessorato alla Salute per razionalizzare la fornitura dei presidi: alle farmacie, in sostanza, verrebbe affidata la distribuzione gratuita soltanto delle ffp2, che sarebbero riservate ad alcune categorie sociali, più ovviamente la vendita a 50 centesimi (e senza iva) delle mascherine chirurgiche.
Il cambio di programma sembra trovare i farmacisti titolari tutt’altro che dispiaciuti: «Attendiamo di vedere scritto tutto nero su bianco» conferma alla stampa locale Marco Venturi, presidente di Federfarma Siena «ma un cambiamento doveva esserci perché così non potevamo più andare avanti. Abbiamo distribuito mascherine dalla sera alla mattina, senza immaginare quanti problemi sarebbero sorti e le code fuori delle farmacie. Se adesso ci sarà un nuovo accordo, chiediamo che sia formalizzato dettagliatamente e che ci venga detto chiaramente quanti pezzi ci verranno forniti e a chi dovranno essere distribuiti. A maggio, per esempio, non ci sono arrivate le 30 mascherine ad assistito che la Regione aveva promesso, quindi da 30 si è scesi a 20. Di più nelle farmacie non ne sono arrivate».
Intanto è polemica sulla qualità dei prodotti forniti gratuitamente dalla Regione: come alcune fonti hanno segnalato, infatti, l’ultima partita di mascherine che l’assessorato alla Salute sta distribuendo proviene dalla Cina e non dispone né di marchio Ce né di validazione dell’Istituto superiore di sanità. Il governo, ha risposto l’assessore Stefania Saccardi (foto), ha autorizzato forme di certificazione semplificate che consentono di non attendere il vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità o il riconoscimento Ce.