Leggera rivalutazione dei compensi e nuove regole sui ministock, per ridurre al minimo i casi in cui il paziente è costretto a tornare in farmacia due volte. Sono due delle novità principali del nuovo accordo toscano per la dpc in vigore da luglio. Sottoscritta da Regione, Federfarma e Confservizi Cispel, intesa alza a 5 euro più iva il compenso a pezzo di cui beneficiano le farmacie, con un incremento di 25 cent per le farmacie rurali sussidiate e 50 cent per gli esercizi che percepiscono l’indennità regionale di residenza disagiata.
Inoltre, l’accordo riconosce 4 euro più iva per ogni confezione di vaccino erogata direttamente ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta e 5 euro più iva per ogni confezione di vaccino covid dispensata agli stessi destinatari (con le medesime integrazioni di cui sopra per le farmacie rurali sussidiate e i presidi in sede disagiata) .
«Da sottolineare poi» interviene il presidente di Federfarma Toscana, Andrea Giacomelli «che all’articolo 1 la Regione si impegna a distribuire tramite dpc – e non in distribuzione diretta – tutti i farmaci del Pht con prezzo sopra i 13,5 euro. È una dichiarazione di grande rilievo, che ci consentirà di intervenire in alcune zone della Toscana dove le Asl insistono con la diretta».
Un’altra novità di rilievo, come anticipato, riguarda i ministock: le farmacie, in sintesi, potranno organizzarli in modo che almeno i due terzi delle ricette della dpc possano essere esitate senza costringere il paziente a tornare due volte. «Le riserve verranno assemblate e aggiornate in tempo reale in base a un algoritmo che lavora sullo storico di ogni singolo esercizio» spiega ancora Giacomelli «ne beneficia il paziente, che non deve fare su è giù da casa, ma anche le piccole farmacie che così non vengono penalizzate nelle consegne».
Ultima novità di rilievo, il sistema messo a punto dalla Regione per indirizzare i consumi sugli equivalenti del Pht acquistati tramite gara: in ogni gruppo vengono distinti farmaci “aggiudicati” (quelli acquistati al prezzo più conveniente) e “accreditati” (gli altri); se il medico prescrive un “aggiudicato”, il paziente può ottenere l’equivalente “accreditato” soltanto pagando il prezzo pieno; se è stato prescritto un “accreditato”, il paziente può soltanto optare per “l’aggiudicato” di riferimento; restano ovviamente le regole riguardanti l’apposizione della dicitura non sostituibile da parte del prescrittore.
«È evidente che l’intento della Regione con questo meccanismo è quello di incrementare i risparmi sulla spesa» conclude Giacomelli «la nostra preoccupazione è che venisse fuori un meccanismo eccessivamente aleatori, ma le prime applicazioni sul campo dicono che la cosa è gestibile. In sintesi, è un accordo che ci soddisfa anche se la trattativa con la Regione è stata complessa ed è durata oltre un anno».