E’ stato respinto dal Tar della Toscana il ricorso dell’azienda farmaceutica Abbvie contro la delibera della Regione sulla sostituibilità dei farmaci biosimilari. Il provvedimento era stato approvato nell’aprile scorso e autorizzava la centrale acquisti regionale (Estar) a emanare un nuovo bando di gara ogni volta che sul mercato viene immesso il biosimilare di un biologico in uso nelle strutture sanitarie. «Nei casi in cui il medico che prescrive ritenga opportuno continuare a utilizzare l’originator» spiegava la Regione dopo l’approvazione della delibera «potrà farlo motivando la sua scelta con criteri basati sulla evidenza clinica».
Il Tar ha considerato più che sufficiente quest’ultima disposizione, perché «il medico non può essere del tutto libero nella prescrizione, senza avere condizionamenti di sorta in ordine al costo della terapia, dovendosi invece raggiungere un punto di equilibrio tra la tutela delle prerogative del medico e dei diritti del paziente e le esigenze di ottimizzazione della spesa pubblica sanitaria». «Questa sentenza» commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi «è motivo di grande soddisfazione per l’amministrazione regionale. Conferma pienamente la legittimità, anche sul piano giuridico, della scelta di mettere davanti a tutto gli interessi dei cittadini e del nostro sistema sanitario pubblico e universalistico».
L’onere motivazionale rinforzato che si raccomanda al medico, continua il Tar, «non ne mortifica l’autonomia decisionale e la liberà prescrittiva, ma anzi ne esalta il ruolo e rende evidenti, alla stregua di un principio di trasparenza della decisione medica che è oggetto di un fondamentale diritto dell’individuo ma anche di un interesse collettivo, le ragioni tecnico-scientifiche della propria scelta in un panorama di risorse pubbliche ormai razionate, per via della crisi finanziaria, anche in un fondamentale settore dello Stato sociale di diritto come quello sanitario».