Arriva da Massa Carrara l’ennesima sentenza di Tribunale che dà ragione alle farmacie sulla trattenuta dello 0,14% al netto dell’iva. La causa, avviata dalla quasi totalità dei titolari del capoluogo (sotto l’egida di Federfarma provinciale), si è chiusa nei giorni scorsi con la sconfitta dell’Asl Toscana Nord-Ovest, che dovrà restituire quasi 42mila euro e rifondere ai farmacisti le spese processuali. L’iva, è la tesi sostenuta dai legali delle farmacie e accolta dai giudici della sezione civile, «non è riconducibile né alle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’assicurato né alle trattenute convenzionali e di legge», dunque lo sconto dello 0,14% (introdotto nel 2009 dal decreto Abruzzo) va calcolato al netto dell’imposta.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi una decisione dello stesso tenore era giunta dalla Corte di appello di Venezia, che aveva confermato la sentenza del 2015 con cui il Tribunale di Belluno aveva condannato l’Asl a rifondere 40mila euro a una ventina di farmacie della provincia. L’iva, hanno affermato i giudici di secondo grado, «è irrilevante ai fini dello sconto praticato dalle farmacie» perché «è destinata a gravare in via esclusiva sul consumatore, configurandosi come neutrale nei passaggi intermedi».