Una decina di Case di comunità, tre Ospedali di comunità e di contorno le Centrali operative territoriali, che coordineranno la presa in carico dei pazienti in raccordo con la rete dell’emergenza urgenza, la centrale operativa 116-117 e le varie figure professionali. È l’assetto che assumerà la sanità trentina secondo il piano approvato dalla giunta provinciale trentina e presentato due giorni fa in conferenza stampa.
Il provvedimento, in sintesi, «definisce il perimetro delle funzioni riguardo ai nuovi modelli organizzativi quali la Casa di comunità, l’Ospedale di comunità, la Centrale operativa territoriale, l’Infermiere di famiglia/di Comunità, la Telemedicina».
La rete che si delinea, già abbozzata dal piano per l’attuazione del Pnrr approvato nel maggio 2022, affida alle Case dicomunità il ruolo di struttura di prossimità che coordina e integra i servizi di assistenza sanitaria di base per la comunità di riferimento, mentre gli Ospedali di comunità – con la loro dotazione limitata di posti letto – prenderanno in carico i pazienti che richiedono interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero per necessità di sorveglianza infermieristica continuativa.
A completamento del nuovo assetto, avverte il comunicato del governo provinciale, verrà approvato l’atto provinciale di programmazione che individuerà il nuovo assetto della medicina convenzionata disciplinando le nuove forme organizzative, ovvero le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e le Unità complesse di cure primarie (Uccp), nell’ambito dei distretti sanitari con criteri di flessibilità per garantire al meglio l’assistenza di prossimità e la presa in carico degli assistiti.