C’è anche il recapito a domicilio dei farmaci tra i servizi alla popolazione che cooperative e comuni trentini potrebbero avviare sotto l’egida del protocollo di collaborazione firmato ieri da Federcoop e Consorzio provinciale degli enti locali. L’obiettivo è quello di contrastare lo spopolamento delle aree rurali, sostenere il piccolo commercio e infine valorizzare l’ambiente montano. A tal fine, il protocollo getta le basi di un progetto che mira a trasformare i negozi e le rivendite delle valli in sportelli “civici” per le popolazioni locali, grazie anche a un massiccio ricorso alle nuove tecnologie.
Il protocollo non entra nel dettaglio, ma è evidente che tra i servizi cui guarda l’intesa ci sono la fornitura di certificati e permessi e il rilascio di documenti anagrafici, grazie alla piattaforma “Comunweb” del Consorzio. E non solo: «Il protocollo» ha spiegato alla stampa locale il direttore di Federcoop, Alessandro Ceschi «segue un precedente accordo firmato con il presidente della Provincia autonoma, Ugo Rossi, il 9 giugno scorso. E’ nostra intenzione allargare il campo delle collaborazioni anche all’Azienda sanitaria trentina e alle farmacie, per il recapito dei farmaci». Conferma Claudio Pucci, sindaco di Borgo Chiese, uno dei paesi dove a breve il protocollo dovrebbe essere applicato in via sperimentale. «A Brione (frazione del comune di 120 abitanti, ndr) contiamo di portare libri, medicine e documenti attraverso il negozio che serve la piccola comunità». Un’ipotesi alla quale il presidente di Federfarma Trento, Paolo Betti, non chiude la porta. «Apprendiamo la notizia del protocollo soltanto dalla stampa» spiega a FPress «ma siamo disposti a sederci attorno a un tavolo e discuterne: la desertificazione è un problema che preoccupa anche noi. L’importante è che resti sempre ben chiaro che i farmaci li vende la farmacia».