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Treviso, dipendenti Asl rubavano farmaci per rivenderli all’estero

18 Gennaio 2025

Avrebbero sottratto al deposito dell’Ulss 2 di Treviso farmaci, integratori e altri prodotti per svariati milioni di euro e li avrebbero rivenduti all’estero. È l’accusa con cui risultano indagate sei persone – tutte dipendenti dell’azienda sanitaria – nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura della città trevigiana dopo le segnalazioni di alcune farmacie locali che lamentavano la mancata consegna di diversi prodotti (integratori, cosmetici e dispositivi medici, farmaci specifici e salvavita) nonostante alla direzione sanitaria risultassero disponibili.

Un’ispezione dei Nas ha permesso di scoprire, nell’armadietto di uno dei dipendenti, uno zaino pieno di medicinali di altissimo valore economico. Gli accertamenti dei militari hanno consentito così di focalizzare l’attenzione su un ristretto gruppo di sanitari che avrebbero approfittato del loro ruolo nel magazzino per sottrarre grossi quantitativi di farmaci, che poi sarebbero stati venduti all’estero con un indebito guadagno per milioni di euro.

L’ammontare del danno economico per la struttura sanitaria è rilevante ed è in via di quantificazione. Si tratterebbe di alcuni milioni di euro secondo una stima valutata per un determinato periodo ristretto, ma il Nas avrebbe esteso gli accertamenti a più anni ritendendo che i furti si protrarrebbero da svariati anni. Secondo quanto riferisce un lancio dell’Ansa, gran parte dei farmaci sarebbero stati rivenduti sul mercato russo a un prezzo di mille volte superiore a quello di acquisto. Sulla vicenda l’Ulss 2 mantiene uno stretto riserbo.