La Regione Lazio non rinuncia all’idea di utilizzare anche le farmacie del territorio per la somministrazione dei vaccini antinfluenzali alle categorie protette e attende ancora la luce verde del Comitato tecnico-scientifico, il gruppo di esperti insediato alla Protezione civile. A essere coinvolta però potrebbe essere una parte soltanto delle farmacie laziali, 400 circa (meno di un terzo del totale), nelle quali a vaccinare sarebbe «un operatore sanitario opportunamente formato». A dichiararlo ieri all’Ansa l’assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato (foto), che ha ricordato le esperienze già avviate in Paesi come Francia, Germania e Regno Unito dove è già consentita la vaccinazione in farmacia.
«Con 2,4 milioni di dosi acquistate» ha detto ancora D’Amato «il Lazio è la prima regione italiana per approvvigionamento; neanche una dose dovrà essere inutilizzata ed è per questo che tutto il Sistema è stato mobilitato. Sono già oltre un milione le dosi consegnate alle Asl, che le stanno distribuendo ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai centri vaccinali». Nessun cenno, invece, alle oltre 900mila dosi che, in base alle stime del Gimbe dell’altro ieri, risulterebbero sovrabbondanti rispetto agli obiettivi vaccinali della Regione e che le farmacie gradirebbero avere per soddisfare la domanda privata.