Insiste nelle sue richieste il fronte delle Regioni che vorrebbero essere autorizzate ad acquistare vaccini sul mercato internazionale per le proprie necessità. Ieri una dichiarazione in tal senso è arrivata dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ospite negli studi di un’emittente locale. «Siamo in costante contatto con il commissario Arcuri» ha detto «noi mettiamo a disposizione tutte le notizie di cui siamo in possesso riguardo alla disponibilità di dosi sui mercati esteri, perché nel caso in cui il via libera non ci fosse concesso sia allora lui a comprare. L’importante è che non si sprechino opportunità».
Più cauto riguardo all’ipotesi di acquisti regionali il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti: «Non ho preclusioni» all’acquisto di vaccini sul mercato libero» ha dichiarato intervenendo a Porta a Porta, su RaiUno «ma attenzione alle faciloneria, l’esperienza insegna che gli attori più forti sono i più competitivi, quindi se a comprare è lo Stato con l’Unione europea, per me è una garanzia. Noi in ogni caso siamo prontissimi: abbiamo superato i 300mila vaccinati, possiamo raddoppiarli o triplicarli».
Titubante anche il governatore della Toscana, Eugenio Giani: «E’ un mese che si parla di vaccini da comprare all’estero ma ancora non ho visto nulla di concreto. Invece, ho letto di indagini su faccendieri che giocano sul mercato parallelo. C’era un articolo ieri in cui si parlava di persone che vengono a prospettare, a offrire, e questo mi incute la giusta cautela». Più deciso il presidente della Sicilia, Nello Musumeci: «Stiamo lavorando per procedere all’acquisto autonomo di vaccini» ha spiegato «che ci permetta di muovere con più facilità per realizzare il mostro piano di somministrazione. Mi risulta che anche Zaia si stia muovendo in questo senso, vediamo cosa pensa di fare Arcuri. Dobbiamo comprendere se questa iniziativa viene autorizzata dal governo centrale».
Conferma il governatore del Veneto: «Abbiamo la collaborazione dei colleghi di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Marche» ha detto ieri «non è un probelma di vaccini migliori ma di tempo: se riusciamo a vaccinare tutte le aziende e tutti i cittadini in 3-4 mesi, ripartiamo prima di chi sta ad attendere i vaccini. Se ci sono questi canali, e se sarà confermato che non è acqua distillata, l’Italia deve assolutamente accelerare, e fare come gli altri Paesi che acquistano sul libero mercato».
Commenti anche dal presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: «Serve che arrivino più dosi e più velocemente. Occorrono certezze e garanzie. Nessuno di noi può pensare di saltare le regole europee e nazionali, però vogliamo essere messi nelle condizioni di aumentare la capacità vaccinale se mai fosse possibile utilizzare altri canali. Il tema verrà affrontato con il governo, ci auguriamo che arrivino presto gli ok dalle agenzie europee e italiane ai vaccini Johnson & Johnson, Sputnik e l’italiano ReiThera».
Non condividono i piani di alcune regioni per acquisti diretti l’Ue e le aziende farmaceutiche: ieri il presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha annunciato l’acquisto di altre 300 milioni di dosi da Moderna (che lavora anche sulle varianti covid), ma ha anche messo in guardia da ordini al di fuori dai canali europei. E sul vaccino russo Sputnik ha lanciato un avvertimento: devono acconsentire a un’ispezione dei siti di produzione.
Doccia fredda anche da Pfizer, che produce Comirnaty: «Durante la pandemia, i nostri contratti sono con i governi e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati» afferma l’azienda in una nota «Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato
in questo momento» ed è importante «che i vaccini rimangano all’interno della catena di fornitura stabilita».