Si conclude domani, in Veneto, il secondo interpello del concorso straordinario indetto dal decreto cresci-Italia del 2012. Avviata domenica scorsa, la procedura riguarda l’assegnazione di 129 sedi, ossia quelle rifiutate o non aperte alla conclusione dell’iter del primo interpello (risalente al 6 novembre 2016). Dato che nel bando di concorso le farmacie messe in palio erano 224, se ne ricava che gli esercizi effettivamente aperti al primo interpello sono 95, ossia meno della metà di quelli istituiti con il concorso straordinario.
Per il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi, la colpa non sarebbe soltanto dell’inappetibilità di parecchie sedi. «Innanzitutto» spiega a FPress «c’è la congiuntura economica: calo della redditività della ricetta Ssn, distribuzione diretta e accresciuta competizione tra farmacie sui prezzi della libera vendita hanno ridotto sensibilmente la marginalità di parecchie aziende; il risultato, come abbiamo potuto registrare anche in Federfarma, è che parecchie delle farmacie che aprono per la prima volta si trovano subito a combattere in un contesto difficile. E così, parecchi vincitori oggi ci pensano due volte prima di aprire».