Impartisce una “piallata ai compensi delle farmacie ma promette in cambio un cospicuo incremento dei volumi di farmaci della diretta da far passare dal territorio. E’ quanto prevede il nuovo accordo sulla dpc che Regione Veneto, Federfarma, Assofarm e Farmacieunite hanno siglato nei giorni scorsi con un protocollo ora in attesa di essere recepito mediante delibera di giunta. La remunerazione passa dai 5,80 euro dell’intesa precedente (compresa la quota al distributore: 1,50 euro) ai 5,20 del nuovo accordo, che per le rurali sussidiate e le urbane con fatturato Ssn sotto i 350mila euro diventano 6,20 euro (in precedenza erano 6,80). In cambio, le farmacie ottengono l’impegno delle Asl (sottoscritto nel protocollo dalle rispettive direzioni generali) a far transitare dalla dpc un milione di pezzi in più e riescono a ridurre da 90 a 30 giorni il periodo di terapia post-dimissioni.
Tra le altre condizioni favorevoli spicca l’estensione del Cup in farmacia a tutte le prestazioni in agenda, nessuna esclusa, con la remunerazione dell’intesa precedente (1,30 euro a operazione). «Il nostro obiettivo prioritario è quello di riportare i farmaci sul territorio» è il commento del presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi «con questo accordo centriamo l’obiettivo ma non era pensabile riuscirci senza trovare un punto di mediazione con la controparte. Allo stato dei fatti, è la migliore delle intese oggi possibili». Soddisfazione anche da Farmaciunite: «I compensi subiscono una contrazione ma questo accade ormai dappertutto» è la valutazione del presidente Franco Gariboldi Muschietti «ma messo assieme ciò che esce e ciò che entra chiudiamo comunque in attivo».