In Veneto passano a carico della Regione i costi delle piattaforme Webcare e Wedpc con cui le farmacie del territorio gestiscono integrativa e distribuzione per conto. E’ l’effetto del decreto 101/2018 con cui il 10 agosto scorso il governo regionale ha aggiornato le procedure di aggiudicazione delle gare per l’acquisto di servizi e piattaforme informatiche. Il provvedimento, in sostanza, affida all’Azienda Zero (la “super-Asl” istituita a gennaio per centralizzare la governance dell’assistenza regionale) appalti e contratti per la fornitura e manutenzione dei software Webcare e Webdpc, che attualmente le farmacie venete utilizzano sulla base di una convenzione stipulata a suo tempo tra Regione e Federfarma Veneto.
Anche per questo, il decreto raccoglie il plauso di Farmacieunite, che in questa parte del nord Italia conta la parte principale dei suoi iscritti. «Con questo intervento» commenta in una nota il presidente, Franco Gariboldi Muschietti «viene azzerata la posizione di cui ha goduto fin qui Federfarma soltanto perché ha stipulato per prima una convenzione in materia di piattaforme per dpc e integrativa». In tal modo, continua, Federfarma ha potuto gestire l’accesso ai due applicativi, «concedendo l’uso gratuito ai propri iscritti e facendolo invece pagare, e a condizioni non proprio di favore, alle farmacie aderenti ad altre sigle». Un comportamento, specifica la nota, pienamente legittimo, ma che ha finito «per assumere i connotati dell’argomento di pressione nei confronti dei farmacisti titolari: se ti iscrivi alla mia sigla non paghi, se vai in quell’altra dovrai mettere mano al portafogli».
Non condivide il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi: «La convenzione firmata a suo tempo con la Regione» spiega a FPress «prevedeva che i costi delle due piattaforme fossero a nostro carico. Abbiamo deciso di fornirlo gratuitamente ai nostri iscritti perché il sindacato già intasca da loro il contributivo associativo. Se abbiamo deciso di farlo pagare alle farmacie di altre sigle, non è per sperequazione ma semmai il contrario, per equità verso i nostri titolari». In ogni caso, il decreto raccoglie anche la soddisfazione di Federfarma Veneto: «Se la Regione ha deciso di accollarsi i costi di Webcare e Webdpc» ragiona Fontanesi «è perché ha a cuore la sostenibilità delle farmacie del territorio e i servizi che possono offrire alle comunità locali. Mi sembra la stessa logica che informa il Piano sociosanitario regionale, attualmente all’esame del Consiglio regionale e ricco di proposte in materia di farmacia dei servizi e aderenza terapeutica». FPress ne aveva parlato a giugno, vedi articolo.