L’aderenza terapeutica migliora nettamente nei pazienti che sono stati motivati dal farmacista e si sono impegnati per iscritto a rispettare le terapie. E’ quanto sembra dimostrare uno studio condotto dall’Università di Nottigham in 278 farmacie Boots su 16.191 cronici, asmatici, ipertesi o con diabete di tipo 2.
I soggetti sono stati divisi in quattro gruppi e quando sono tornati in farmacia per rinnovare il ciclo terapeutico hanno ricevuto un’assistenza differenziata. I pazienti del primo gruppo sono stati informati con cura, dai farmacisti al banco, delle conseguenze che la non aderenza avrebbe avuto sulla loro salute e sono stati invitati a firmare un talloncino adesivo apposto sulla confezione con la dicitura «Voglio fare tutto il possibile per migliorare la mia salute, ecco perché sono impegnato a prendere questo medicinale come prescritto».
Anche al secondo gruppo è stata fornita un’informazione di dettaglio ed è stato chiesto di firmare un adesivo sulla confezione, in questo caso però i messaggi riguardavano l’eccesso di costi sanitari arrecati al sistema dalla mancata aderenza. «Voglio dare il mio contributo al servizio sanitario rispettando la terapia così come mi è stata prescritta» riportava l’etichetta da controfirmare, dov’era ricordato che ogni anno il Nhs perde 300 milioni di sterline in farmaci sprecati.
Ai pazienti del terzo gruppo, invece, i farmacisti non hanno rivolto alcuna raccomandazione di dettaglio, tranne chiedere loro di firmare un altro modello di adesivo con cui si impegnavano ad aderire ai trattamenti. All’ultimo gruppo infine – quello di controllo – non è stato detto nulla e non è stata fatta firmare alcuna etichetta.
Tutti i pazienti coinvolti sono stati quindi sottoposti a due questionari di verifica, a 7 e 14 giorni di distanza. Il gruppo di controllo ha mostrato un tasso di adesione pari all’82%, secondo soltanto a quello del primo gruppo (pazienti informati degli effetti sulla salute) dove l’adesione ha sfiorato l’88%. Il tasto dei costi per il sistema sanitario ha funzionato molto meno, anzi ha avuto un effetto addirittura controproducente dato che nel secondo gruppo il livello di aderenza si è fermato al 77%, addirittura peggio del gruppo 3 (nessuna informazione e impegno generico da sottoscrivere, 81%). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Behavioral Public Policy”.